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Prossime uscite

 

bosco di latte

settembre

 

 

 

 

Novalis

I discepoli di Sais

 

Romanzo simbolico sulla natura, I discepoli di Sais, oltre a essere una delle testimonianze più perfette dello straordinario linguaggio lirico di Novalis, costituisce uno dei testi più significativi del pensiero del poeta tedesco. A Sais, presso il simulacro della misteriosa Isis, entro le sale del tempio risuonano e si intrecciano le conversazioni che hanno per argomento la natura e il suo rapporto con l’uomo, la concezione del mondo come organismo incompiuto, le riflessioni sul potere vivificante della natura. Ora è la voce di Fichte che echeggia, ora ci pare di udire Schelling, ora avanza e parla amoroso il Maestro di Freiberg. E la scuola di Freiberg è appunto l’accolta dei discepoli: Werner, il noto geologo apostolo della natura, li sorveglia e li guida. Ed è in mezzo a loro che Novalis ci accompagna. In mezzo a forme aeree, indistinte, dove le figure svaniscono dinnanzi alle passioni dell’anima, dove i loro tratti sfilano leggeri, si arrestano un istante, sorridono, corrugano la fronte e non le si è ancora formate nella mente, che già sono via, lontano.

 

narrativa

ottobre

 

 

 

Alice Rivaz

Di memoria e di oblio

 

Saper ascoltare gli altri, lasciare crescere in sé le paure, i sogni, con quella paziente e amichevole attenzione, codice d’ingresso indispensabile se si vuole penetrare e decifrare le anime, è il primo atto da scrittrice cui adempie Alice Rivaz. Il lavoro di scrittura viene dopo. I personaggi di questi diciannove racconti appartengono quasi tutti all’immensa famiglia dei ‘miserabili’,
gli sconfitti della cosiddetta società dell’opulenza. Vi compare la lavandaia che si ammazza di lavoro per mantenere un marito parassita, e poi Sorella Olga, la cui vita non è che dedizione e modestia, la piccola signora dai capelli bianchi che si alza in piena notte per distribuire i giornali agli abbonati al fine di
portare a casa sessantatré franchi al mese; vi compaiono poveri, gente che stenta la vita, sfruttati quasi invisibili all’interno di una Ginevra lussuosa e lustrata.

 

bosco di latte

novembre

 

 

 

 

Arthur Machen

Oltre la soglia

 

Jerome K. Jerome racconta di aver dato da leggere ad Arthur Conan Doyle una copia dei racconti di Machen. Doyle quella notte non riuscì a dormire. «Il vostro amico Machen è proprio un genio» disse poi a Jerome, «ma prima di portarmelo a letto di nuovo ci penserò due volte». L’aneddoto è insieme rivelatore sia delle qualità letterarie e artistiche di Machen – uno degli autori favoriti di Henry Miller e considerato “un maestro” da Borges – sia dell’effetto inquietante della sua prosa. Volto, in tutta la sua produzione, a sondare i misteri dell’universo, egli non giunge mai a una conclusione definitiva, ma soltanto (ed è già molto) a porre questioni, a mettere in dubbio quella che sembrerebbe la realtà, aiutandoci a prendere coscienza della complessità dell’esistenza. I suoi racconti, dunque, come i sogni di cui spesso parla, sembrano cominciare con la parola fine.