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narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Francesca Guffanti

La strana storia di Bric

 

Virginia scappa dal collegio dove è rinchiusa. Arriva alla sua montagna di notte. Mentre è nascosta nella stalla di casa, assiste alla caduta di un meteorite.
Questo evento straordinario cambierà la sua vita e quella degli abitanti del paese, in maniera irreversibile. Vigili, polizia, studiosi, operatori televisivi e turisti invaderanno i luoghi remoti di queste montagne, fino ad allora dimenticate. Con esiti imprevedibili. Scontri generazionali, avidità, incomprensioni, il giogo delle tradizioni e il rispetto della montagna. Affrontando questi temi Virginia e il suo paese dovranno toccare il fondo di tutte le cose non dette, per rendersi conto dei reali desideri che muovono le tre diverse generazioni che abitano il paese.
Virginia è un’eroina atipica. Da ragazza prima e da donna adulta poi, sa che per uscire da questo dramma bisogna trovare una strada percorribile anche là dove restano solo macerie.
Virginia è come la sua montagna e ci dice un’ultima parola sulla vicenda. Le sue scelte sono radicali fino alla fine, ispirate a un’etica profonda. Come potrebbe essere diversamente se vuole onorare amici, giuramenti, la montagna e la famiglia? Questa ragazza selvaggia e affascinante ci spinge a guardarci dentro e a vedere avanti.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Getta il tuo pane

 

Christine è una donna di cinquantasei anni che non si è mai sposata. Lavora come impiegata e nel corso della sua vita sembra aver fatto pace con la sua solitudine. Gli unici amici che le sono rimasti sono gli uomini che ha amato e che in passato l’hanno fatta soffrire… Questo suo equilibrio sfuma quando sua madre diventa vedova e lascia Losanna per raggiungere la figlia e vivere per sempre con lei a Ginevra. Di fronte a questo ricatto morale, Christine combatte con il suo senso del dovere che le impone di prendersi cura della madre, soffocando il proprio risentimento nei suoi confronti.
Da qui, anni di dipendenza reciproca coinvolgono le due donne in una delicata lotta di potere. Ma le cose cambiano non appena la madre si ammala.
Alice Rivaz maneggia questo materiale incendiario da par suo, capace com’è di condensare le tematiche che le sono proprie sin dagli esordi, e dal racconto di questa lunga intimità crea non solo la straordinaria figura di una donna d’altri tempi, esigente e tirannica, ma anche quella di un’epoca, di una società, di usi e costumi scomparsi, da lei tratteggiati con mirabile accuratezza e umorismo.

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabriele Perretta

Il sensore che non vede

 

La saturazione mediatica, l’esasperazione della comunicazione visiva, ci ha portati alla crisi del “terzocchio”, che è il simbolo della crisi del vedere! Da una parte la vita quotidiana è permeata di immagini e definire perciò solo i fenomeni di questa convivenza sarebbe insufficiente. Dall'altra la dimensione etico-estetica, la sua performatività nello scambio con il sociale, iviene il gap con il quale il “sensorio” si confronta. La dimensione delle suddette anomie rioccupa artificialmente il concetto di mediale, di ars, dalla quale l'operatività artistica pareva essere stata allontanata, con l’affacciarsi del binomio produttivo capitale/linguaggio.
L'insidia della cecità del mezzo concretizza una manipolazione del bello, non più inteso come categoria dello spirito, ma come espressione della moda, delle esteriorità dei prodotti- mercato. Oggetto di questo saggio è la perdita dell’immediatezza sensoriale, studiata nel ruolo che essa si è scavata nella società industriale e post-industriale. Lo scopo di questa riflessione è, dunque, quello di fornire una critica analitica che interpreti nelle sue varie forme questa cecità sociale, di processarne i meccanismi comunicativi e di illustrare lo sfondo percettivo delle nostre sviste e della nostra equivocità artistica.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

Yu Xiuhua

Esserci ancora

 

I due racconti di Esserci ancora, sebbene apparentemente distinti, rispondono entrambi a una necessità
narrativa ben precisa: dare voce a un dolore, descritto attraverso due figure femminili ma con una valenza estesamente umana. Le protagoniste sono due donne, che con modalità ed esiti diversi infrangono lo schema che le vorrebbe aderenti alle regole sociali dei luoghi in cui vivono: la campagna, arretrata e chiusa, per Zhou Yu, e la città, frenetica e spietata, per Ai Lan. Due donne (o, se vogliamo, la stessa donna) dotate di una spiccata sensibilità e di una forte emotività che le rende vulnerabili, ma coraggiose al tempo stesso. Quel tipo di coraggio che genera dal dolore. In entrambi i casi vediamo concretizzarsi l’archetipo della sofferenza che diventa forza, ribellione, sfida e, in certi risvolti, sfuggendo al controllo, tocca la follia.

 

Il Bosco di Latte

 

 

 

 

 

O. Henry

Marionette

 

I racconti di questa raccolta procurarono all’autore una vastissima popolarità. Ognuno di essi parte da una casualità. È infatti il caso che sembra governare la quotidiana “giostra della vita” che il tipico eroe di O. Henry – si tratti di un vagabondo in cerca di un riparo per la notte, di un innamorato alla vana ricerca di un amore perduto, di un ladro gentiluomo che si tramuta in uno spietato assassino – deve affrontare per sbarcare il lunario, senza tuttavia perdere la sua umana sensibilità. Ma se poco – a volte quasi nulla – conosciamo dei protagonisti di questi racconti, sappiamo però una cosa essenziale: che queste “marionette”, prese in un ingranaggio a volte terribile e talora tragico – nonostante gli sforzi dello sguardo ironico e bonariamente umoristico dell’autore cerchino di farci dimenticare la dolorosa realtà – sono anzitutto esseri umani; ed è la loro sempre profonda e sentita umanità a farceli sentire vicini.

 

In Utero - musicale

 

 

 

 

Davide Steccanella

Brava!

 

Questo libro vuole rendere omaggio a venti artiste che hanno fatto la storia della musica leggera. Nilla Pizzi è stata la prima, Mina ha modernizzato la canzone, Milva e Iva Zanicchi avevano le due voci più dotate in natura. Rita Pavone ha portato il beat in Italia, Gigliola Cinquetti ha ripreso l’eleganza della tradizione, Ornella Vanoni ha introdotto lo stile, Orietta Berti l’intonazione di un diapason. Nada ha portato la ribellione, Patty Pravo l’erotismo, Gabriella Ferri la matrice folk, Marcella la carnalità meridionale, Mia Martini l’introspezione. Loredana Bertè e Gianna Nannini sono state le donne rock della musica italiana, Anna Oxa ha sedotto, Fiorella Mannoia ha valorizzato l’impegno, quella di Laura Pausini è stata l’ultima voce “grande”, Giorgia ha dato colorature blues alla canzone, Elisa l’ha internazionalizzata.

 

In Utero - musicale

 

 

 

 

Mario Bonanno, Stefania Rosso

Che mi dici di Stefano Rosso?
Fenomenologia di un cantautore rimosso

 

Che mi dici di Stefano Rosso? nasce dal desiderio di colmare una lacuna storica. Nasce con l’intento di compensare la rimozione collettiva cui è stato – ed è – oggetto uno dei cantautori più originali della scena italiana anni Settanta (e a seguire). Nessuna pretesa quindi di esaustività, nessuna smania agiografica. Nessun tentativo di pronunciare l’ultima parola. Ché le vite si vivono e non si raccontano. Mi piace pensare a questo che tenete tra le mani, come a un libro capace di spiegarsi da solo. Un libro che si sottrae al narcisismo autoriale, e a un certo punto persino si defila; lasciando spazio alle parole che Rosso ha detto-scritto-rilasciato; alle parole dei tanti che in un modo o nell’altro, di Rosso hanno incrociato la strada.

 

narrativa

 

 

 

 

 

Vanina Sartorio

Coni d'ombra

 

Sette istantanee caratterizzate da protagonisti di sesso, età, origine ed estrazione lontani fra loro, compongono questa raccolta di racconti.
I personaggi che popolano queste storie sembrano schiavi di ombre che si aggirano chiedendo unicamente di essere ascoltate. Ma è proprio la sordità verso tutto ciò che non è facilmente etichettabile, a impedire ai protagonisti di Coni d'ombra, di trovare una propria dimensione nel mondo.
Tuttavia non è il pessimismo a permeare le pagine di questa raccolta, al contrario l'autrice sembra suggerire che la comprensione e l'accettazione del linguaggio inconscio, fornisca una chiave per abbracciare l'interezza della personalità umana, intessuta appunto di luce e ombra.

 

graphic novel

 

 

 

Nadia Rizzo, Valentina Villa

Tra sogno e realtà

 

Questa Graphic novel propone sette racconti i cui personaggi attraversano la propria vita combattendo contro le pulsioni del proprio Es nel tentativo di dominarlo. Tra questi protagonisti, saranno proprio coloro che riusciranno a trovare una mediazione tra le forze del Super Io e le intemperanze asociali
dell'Inconscio a vincere la propria battaglia personale.
Nadia Rizzo dà vita a personaggi sinceri, capaci di accettare la propria natura anche quando li fa precipitare nell'abisso. Magistralmente illustrati dagli acquerelli di Valentina Villa.

 

il Bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

Valerij Brjusov

Racconti dell'Io

 

Una scelta fra i migliori racconti pubblicati da Valerij Brjusov dal 1907 al 1913. Alla loro uscita suscitarono infinite polemiche, a causa della cruenta e inusitata rappresentazione di eccessi e perversioni umane; spesso mostrate sovrapponendo i piani del sogno e della realtà e così precorrendo, in qualche modo, la psicanalisi. I suoi personaggi riescono a compenetrare vari mondi. Uno trasforma il sogno in una realtà desiderata, un altro vuole “vivere” la realtà dello specchio, provare a essere l’immagine-schiava del proprio Io; mentre Anna, giovane commessa, si estranea dalla propria realtà, popolata di esseri brutti e insulsi, per sentirsi felice in un ambiente fatto di articoli di cartoleria. In altri racconti Brjusov propone in chiave moderna l’eterna tematica dell’eros, attraverso una conoscenza sottile della dinamica dei sentimenti; anche l’eros può aprire una porta d’inizio o finale, di vita e di morte. E sono sempre le donne che spariscono, che muoiono, che dopo essere state abbandonate ricompaiono improvvisamente per suscitare un forte sentimento negli uomini. Racconti di straordinaria bellezza che hanno valso a Brjusov il titolo di “Edgar Allan Poe russo”.

 

narrativa

 

 

 

 

 

Giancarlo Mancinelli Pozzi

Hand in cap. Delitti all'ippodromo

 

Il romanzo si ispira a un fatto di cronaca: il rapimento del presidente della Società Corse, avvenuto nei pressi dell'ippodromo di San Siro. Ambientato negli anni Settanta in una Milano dove agivano le bande di Vallanzasca e Turatello, la vicenda parte dalle indagini, subito indirizzate verso gli ambienti della malavita locale. Sei mesi dopo il cadavere viene recuperato dal lago di Iseo. Al recupero assiste anche il marchese Luigi del Roero, commissario agli Handicap all'ippodromo e amico fraterno del presidente.
Con il supporto di un amico giornalista, il commissario segue il dipanarsi delle indagini ufficiali, incanalate verso una soluzione di comodo, che egli tenta di contrastare conducendo una personale investigazione parallela, approdando a un risultato tanto logico quanto sconcertante.
Nella realtà dei fatti, i responsabili della morte del presidente
della società delle corse non sono mai stati individuati.

 

il Bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

Victor Serge

Anni senza perdono

 

Siamo nella Russia degli anni Trenta, in pieno stalinismo; in un tempo in cui bisogna pensare allo zucchero e al petrolio, alle cimici nelle stanze, alle code nelle farmacie già svuotate, quando la miseria agisce nel cuore umano come una ferita segreta e la possibilità di guarire è legata al successo della restaurazione economica, che pur si auspica e si condivide. Ma l’individuo è solo mentre le grandi idee invadono le strade. Un equilibrio difficile, una coerenza messa a dura prova; un linguaggio che non si abbandona mai, se non all’amaro realismo.
Victor Serge denuncia, anticipando analisi politiche più attuali, i costi esistenziali di una trasformazione, i conflitti interiori di un popolo coinvolto in una grande ristrutturazione.
Ne Il vicolo San Barnaba si attende la morte di una vecchia per accaparrarle la stanza; ne L’ospedale di Stalingrado si ricoverano i dissidenti.
Esplode il conflitto individuo-potere e individuo-libertà; e così come accade oggi, le domande del grande scrittore restano senza risposta. Ma questo è il compito di chi scrive: “Non scrivere di menzogna e futilità.”

 

graphic novel

 

 

 

 

Giuseppe Ciarallo, Manlio Truscia

Zappa. Il fumetto

 

Il caleidoscopico universo (a fumetti) di Frank Zappa: un diario enciclopedico, un racconto, dodici testimonianze in bianco e nero di musicisti e amici quali Edgar Varése, Steve Allen, Ray Collins, Jimmy Carl Blake, Ruth Underwood, Howard Kaylan, Mark Vollman, Ritchie Blakemore, Guido Harari, Kent Nagano, Massimo Bassoli, Tanino Liberatore, Fabio Treves, Matt Groening.
Con l'aggiunta di tavole a colori, e quattordici illustrazioni di altrettanti artisti del fumetto di tutto il mondo.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

Valentina Ricci

L'alba sepolta

 

Davide è bello, bellissimo, un’opera d’arte. Ha diciannove anni e il mondo è suo. A scuola lo conoscono tutti, i compagni di squadra lo applaudono, le ragazze se lo contendono, ignare dell’amaro finale che le attende.
Dentro casa, però, è un’altra storia: il padre, cardiologo e ricercatore di fama, è spesso in viaggio e perennemente evasivo, tanto che il giovane, per uscire dall’ombra, è deciso a diventare anch’egli medico, aiutato dall’amico fraterno Giulio con cui condivide tale ambizione.
Ma l’incontro con la sfuggente Karin, immune al suo fascino, lo condurrà in un’inaspettata quanto ripida discesa nei bassifondi dell’anima, faccia a faccia con il drammatico vuoto che da sempre lo attanaglia. Lì ad attenderlo, sepolta nel mare calmo di memorie ormai vaghissime, l’ultima alba della sua vita precedente, quando gli altri, ancora, non se n’erano andati.

 

narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Vaggi

Sarajevo novantadue

 

Aprile 1992, città di Sarajevo. Milo ha sedici anni, gioca a pallone, va a scuola e fa la corte a Lana. Nella vita che ancora per poco continuerà a essere normale, il padre lavora come giornalista, Ibrahim l’allenatore sogna per il ragazzo un futuro in una squadra importante, il professor Simo Zivanovic, storico appassionato, tra una lezione e l’altra scrive di Jovan il contadino, rapito nel 1531 dalle milizie di Alibeg per lavorare alla costruzione della moschea del Bey. Ma Sarajevo è città sull’orlo di un baratro, nonostante la finzione dei più, e quando l’assedio inizia si frantumano le regole di ogni comunità. Niente più scuola e pallone, dunque, e nemmeno più un padre; solo granate, esplosioni, case dalle imposte chiuse dietro cui nascondersi e vie con lamiere rabberciate tese tra i lampioni, fragile barriera che vuole proteggere i passanti dalla vista dei cecchini, non certo dai loro spari. Milo potrebbe fuggire, con l’aiuto di un sergente del contingente Onu, ma non sa decidersi...

 

 

 

 

 

Massimo Vaggi presenta
Sarajevo novantadue (prima edizione, 2012)

(from Lara Peviani on Vimeo)

 

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Jacques Dupuis

Storia della paternità

 

L’uomo è sempre stato padre? Qual è l’origine dei tabù dei nostri giorni? Jacques Dupuis, storico, geografo, etnologo e antropologo, ci racconta la nascita della presa di coscienza della paternità. Attraverso testimonianze letterarie, archeologiche ed etnologiche, Dupuis delinea l’esistenza di una “Età aurea” della
condizione femminile in cui la Donna, ritenuta unica genitrice, era investita della massima considerazione in tutte le sfere del vivere sociale. Con la scoperta del ruolo attivo svolto dall’uomo nella procreazione e con l’avvento della “Età degli Eroi”, conseguente all’epoca delle guerre, ha inizio la rivoluzione patrilineare. La coscienza della paternità dà all’atto sessuale una nuova connotazione morale alla completa libertà sessuale, caratteristica dell’epoca precedente, subentra il timore di quei tabù, quali l’incesto, la prostituzione, l’omosessualità, che tuttora esistono nelle società contemporanee.
Forte dello studio delle mitologie antiche e delle testimonianze
fornitegli dall’etnologia, Dupuis data la scoperta della paternità attorno al V millennio. Questa datazione gli consente di elaborare una cronologia della nascita e dell’evoluzione del gruppo sociale definito “famiglia”; Dupuis si pone quindi in contrasto con le tematiche dell’antropologia fissista, propugnatrice del concetto di flusso cronologico.

 

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

Alessandra Patriarca

L'uomo nel mezzo

 

Alla vigilia dei quarant’anni Luca è un uomo sicuro di sé: piacevole, benvoluto, attraente. Ha un lavoro che lo appassiona nel mondo dell’arte. Una vita ricca di interessi e amici. Nessun rimorso, nessun rimpianto. E allora, chi gli ha spedito quella maglietta color salmone? E perché un tale evento all’apparenza innocuo, si sviluppa inesorabile in una persecuzione inquietante?
Mentre cerca di venire a capo di questo mistero, Luca si muove in una Milano contemporanea e fremente, che gli appare talvolta più torbida e oscura, tal altra invece quasi benigna; e così i variegati personaggi che ruotano intorno a lui: l’amico fraterno Pietro e sua figlia Wendy, Dora la vicina quasi ottantenne, Annina che progetta videogame, gli sgradevoli coniugi Barca e molti altri.
È evidente che qualcuno lo ha preso di mira, ma chi può essere? Forse un antico amore, oppure un rivale in affari? Ma soprattutto, riuscirà Luca a fermarlo e a riprendere il controllo della sua vita?

 

narrativa

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Il cavo dell'onda

 

 


Quando l'amore non sboccia e rimane idealizzato, entrano in gioco le paure. In questo romanzo, Alice Rivaz ne mostra le ombre lunghe e non esita a esplorare le situazioni comiche, felici o tragiche che ne derivano. Opera della maturità artistica, Il cavo dell'onda, seguito di Come la sabbia (1946), è stato pubblicata solo ventuno anni dopo, come se Alice Rivaz avesse voluto prendersi il tempo e la distanza necessari per comprendere la situazione dell'Europa pre-bellica. Le sue profonde analisi delle aspirazioni e degli errori dei protagonisti possono essere letti indipendentemente dal romanzo che lo precede. Soprattutto se piacciono i contrasti creati dalla neve in primavera.

 

graphic novel

 

 

 

 

 

Marco Ceruti

I milanesi uccidono a luglio (perché in agosto vanno in vacanza)

 

In una Milano nel pieno del boom economico degli
anni '60, Federico Colombo, detto Fred, si trova improvvisamente coinvolto in un caso intricato, dai palazzi
del potere ai bar malfamati, dai salotti di lusso
alle trattorie, dalle ville dei potenti ai bordelli più o
meno nascosti, alla ricerca del rampollo di una delle
più importanti famiglie italiane sparito misteriosamente
e di preziosi documenti rubati. Mentre una scia di
sangue sembra accompagnare queste misteriose sparizioni,
ad aiutarlo, oltre ad alcuni ex colleghi, anche
vecchie conoscenze della “mala”, improbabili cronisti
di “nera”, e una miriade di altri personaggi, fino al finale
a sorpresa.

 

In Utero - musicale

 

 

 

 

 

Alberto Patrucco, Laurent Valois

AbBrassens

 

Questa non-biografia di Georges Brassens è il frutto dell’intenso ed emozionante percorso compiuto da Alberto Patrucco tra le parole e la musica di un artista unico, dotato di genialità e ironia senza eguali. Un viaggio alla ricerca dei tanti tesori presenti nell'opera del grande cantautore francese; un percorso che mette in risalto la sorprendente sintonia con il presente e che, a dispetto del tempo, ci restituisce tematiche attuali ancor oggi. Uno stile inconfondibile, il suo, elegante e ricercato; una forma poetica meticolosa e severa, dove non si avverte traccia di tecnica scolastica né si ostenta l’enorme bagaglio culturale dell’autore; su ogni parola e nota aleggia il suo personalissimo e inconfondibile tratto ironico, un’ironia talvolta evidente, talora sottile e tutta da scoprire.

 

Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Tatty. Un'infanzia berlinese

Vincitore del premio Unesco del 2020, campione di vendite in Irlanda e in Inghilterra, inserito tra le 50 opere irlandesi più importanti degli anni Duemila, candidato al prestigioso Orange Prize e selezionato per il premio Hughes & Hughes come romanzo dell’anno

 

Il fortunato romanzo di Christine Dwyer Hickey, Tatty, racconta la storia di una ragazzina di Dublino che lotta per sopravvivere e crescere in una famiglia disfunzionale. Da quando la bambina ha quattro anni, fino ai suoi quattordici anni, la voce di Tatty evolve insieme alla sua percezione di quel che le accade intorno, permettendoci di entrare nei suoi pensieri e di osservare insieme a lei la fragilità della vita, ciò che gli adulti possono farsi l'un l'altro, e soprattutto ciò che possono fare ai figli. Tatty vive in una casa ordinaria insieme al padre, alla madre e ai fratelli tra le quali Deirdre. Ma nella casa aleggia anche un'altra presenza che Tatty sente, più che vedere: il conflitto tra i genitori e la crescente dipendenza dall'alcol. Ambientato a Dublino tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Tatty è una cronaca del suo tempo. Il risultato è un romanzo sconcertante che continua ad accompagnare il lettore anche dopo molto tempo che ha richiuso il libro.

 

 

Christine Dwyer Hickey presenta
Tatty

(from Lara Peviani on YouTube)

 

 

 

Narrativa

 

 

 

 

 

John Galt

Il parlamentare. Un’autobiografia

 

Il parlamentare è considerato il primo romanzo politico
in lingua inglese: capolavoro di arguzia, è una
critica devastante dell'autonomia della politica nei confronti degli
interessi del mondo economico e del tornaconto personale.
Il protagonista è uno scozzese che, appena tornato dall'India,
acquista un seggio in un quartiere 'marcio'. La sua vicenda trasforma il romanzo in un insuperabile studio sulla corruzione del Parlamento inglese pre-riforma (1832), e sorprende per la sua attualità. Il lettore non faticherà infatti a riconoscere tra le righe gli stessi mali che, a partire dal 1861, affliggono la politica italiana. John Galt ha la capacità di mostrare quale sia la vera funzione di un Parlamento, al di là delle dichiarazioni di facciata
sulla retorica democratica.

 

Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

Augusto Q. Bruni

Corto Maltese dietro le quinte

 

Prima di un disegno a matita o a feltrello, prima di un acquerello, prima di una china o di un pennello, prima che Corto Maltese prenda vita come segno grafico unico e inimitabile, che cosa passa per la mente di un genio come Hugo Pratt, narratore e scrittore prima che autore di letteratura disegnata? Passa una storia da raccontare, affabulando, divertendosi prima ancora di pensare a divertire, operando sintesi fulminee tra decine di migliaia di pagine stampate, precipitando in tre battute racconti orali, memorie di viaggio ed esperienze di vita, qualche miliardo di metri di pellicola e qualche altro miliardo di note. Oltre a una mandria di bufali per pranzo. Corto dietro le quinte prova a dar conto di tutto questo immenso materiale preparatorio, senza pretese di completezza ma col rigore di un filologo che ha avuto la fortuna di assistere almeno in parte al processo creativo da cui nasce Corto Maltese. È un libro di fonti, voluto fermamente da Pratt stesso, perchè venisse finalmente riconosciuto il suo lavoro di scrittore: “I libri, per utilizzarli, bisogna leggerli, non farci sopra delle chiacchiere.”

 

Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

William McIlvanney

Docherty

 

Pubblicato nel 1975, Docherty è un intenso documento sulla Scozia del primo Novecento: una famiglia operaia, una città mineraria toccata dalla prima guerra mondiale e gli scioperi dei minatori negli anni Venti. Protagonista del romanzo è Tam Docherty, che assiste al lento disgregarsi della sua famiglia a causa dei contrasti insanabili con i figli Mick e Angus. In mezzo al crescendo dei litigi spicca la figura della moglie Jenny, testimone sensibile e figura di grande forza interiore. Ma il vero tema del romanzo è il racconto di un cambiamento epocale, tra un passato che muore e un Nuovo che si impone con la forza del potere padronale. Uno scontro dietro il quale il lettore di oggi non tarderà a riconoscere le lunghe ombre degli anni Ottanta, allorquando il governo di Margaret Thatcher provvederà a chiudere colpo su colpo i conti con i diritti dei lavoratori.

Vincitore del Whitbread Award for Fiction

 

Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

Federico Greco

Cinque cerchi di separazione
Storie di barriere di genere
infrante nello sport

 

Come nella politica, nell’arte, nel costume e in qualunque altro ambito, sono gli uomini ad aver scritto la storia; le donne restano in secondo piano, la loro è un’assenza rumorosa, quasi scontata. Prima escluse, poi fatte entrare dalla porta di servizio, poi pagate meno per fare le stesse cose, e ancora esigua minoranza nelle sedi in cui si prendono le decisioni, per entrare nel mondo dello sport le donne devono superare ogni genere di resistenze.
L’autore mostra come la discriminazione sia un concetto storicamente determinato e veicoli una rilevante differenza d’approccio: “Quando è principalmente la linea della classe sociale di appartenenza a determinare l’inclusività, quella del genere non risulta altrettanto escludente.” Lo sport si è mostrato classista (e razzista) prima che sessista.

 

Graphic Novels

 

 

 

 

 

 

 

Walter G. Pozzi, Valentina Villa

Falso Risveglio

 

Il libro raccoglie due graphic novel: Falso risveglio e Ottododicimillenovecentottanta, con testi di Walter G. Pozzi e illustrazioni di Valentina Villa.

In Falso risveglio una famiglia si riunisce per una particolare circostanza. Gli eventi si confondono con i ricordi e i sogni di padre e figlio, riducendo ai minimi termini il loro rapporto. Questioni arcaiche vengono alla luce mentre fuori l’autunno volge ormai al termine.

In Ottododicimillenovecentottanta, mentre in Italia un adolescente vive i suoi tormenti d'amore durante una notte insonne, a New York Chapman sta portando a termine il suo assurdo piano di uccidere John Lennon. Due esistenze diverse collegate da un istante, che è la luce di una candela accesa, consapevolezza di ciò che accade fuori di noi, nel mondo.

 

In Utero
musicale

 

 

 

 

 

 

Mario Bonanno

Il nemico non è
I cantautori, la guerra e il conflitto sociale

 

Durante il lungo Sessantotto l’onda della protesta irrora la canzone di poetiche di caratura dirompente: le parole diventano cronaca e poesia dal teatro della storia. Per la gioventù movimentista degli anni Settanta le prove tecniche di rivoluzione passano anche dalle ballate dei cantautori che risuonano dagli stereo, dalle piazze, come nelle aule delle università occupate. La loro contiguità con il tema della guerra e del conflitto sociale è l’argomento specifico di questo libro, nel suo doppio declinarsi argomentativo di lotta combattuta tra nazioni, e di lotta instaurata tra Sistema e individuo. Il nemico non è (da un verso di una canzone di Enzo Jannacci) ha intenti scopertamente politici, a sostegno di due tesi: la prima riguarda lo statuto sociale assunto dalla canzone d’autore negli anni Settanta; la seconda inerisce al conflitto Stato-individuo. Un conflitto oggi taciuto e a quel tempo persino rappresentato/cantato. Di questa azione coercitiva ha sempre fatto le spese il cittadino comune. Militare in divisa o burattino senza fili che sia.

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Cristiana Boido

Pancine fantastiche

 

“Tribù” di madri legate a valori differenti da quelli della società corrente: gruppi chiusi, nei quali si entra solo tramite la raccomandazione di altre madri. Sono i gruppi delle Pancine, svelati dal blogger Vincenzo Maisto. In questo breve saggio cerchiamo di individuare, negli infiniti racconti delle pancine, la nascita, nelle pieghe di internet, di queste tribù premoderne nelle quali il ruolo della donna nella società contemporanea è condannato, per tornare a una nozione di famiglia e di relazioni coniugali improntate a logiche sovversive, almeno per il moderno pensare. A Maisto il merito di averle scoperte, additandole come un fenomeno di spassosa comicità.
Questo breve lavoro, grazie alla profilazione di quarantadue Pancine, è anch'esso sovversivo: le Pancine non sono solo manifestazioni di culture marginali, arcaiche ma donne di ogni status sociale e culturale.
È un libro divertente che non vuole suscitare risate. Perché, come confermato nella postfazione dai dottori Paolo Francesco Peloso e Giuseppina Romeo “il fenomeno delle mamme pancine rappresenta, pur nella sua estremizzazione, alcune delle caratteristiche presenti nei vissuti relativi alla maternità culturalmente diffusi”.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

Évelyne Pisier, Caroline Laurent

La libertà all'improvviso

 

Mona Desforêt ha la grazia e la giovinezza delle fate. In Indocina tutti gli occhi sono per lei. Nel frattempo il Paese sta bruciando, preso tra l’occupazione giapponese, le infamie e l’ascesa del Viet Minh. Così, insieme alla figlia Lucie e al marito, un ufficiale di alto rango coinvolto con il regime di Pétain, fugge in Nuova Caledonia. Nella nuova destinazione, a Nouméa, i giorni sono scanditi da monotonia, ordinario razzismo e nuoto in laguna. Lucie sta crescendo e Mona vive di sogni e immaginazione fino al giorno in cui incappa nella lettura de Il secondo sesso di Simone de Beauvoir. È la nascita di una coscienza, l’inizio della libertà. Tornata in Francia da donna divorziata e indipendente, Mona introduce la figlia alle lotte femministe e alla guerra per la liberazione anticoloniale dei popoli. Da questo momento in poi, Lucie coltiva un solo sogno: andare a Cuba. Non sa ancora che lì incontrerà un certo Fidel Castro...
Romanzo tratto dalla storia vera di Évelyne Pisier.

 

saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Silvia Albertazzi

Questo è domani
Gioventù, cultura e rabbia nel Regno Unito
1956 - 1967

 

Il 1956 è un anno-chiave nella storia inglese: mentre la crisi di Suez porta alla definitiva perdita di potere del Regno Unito sullo scacchiere mondiale, l’invasione sovietica dell’Ungheria è motivo di ripensamento degli ideali marxisti da parte di chi già ipotizzava un socialismo all’inglese. Tre eventi, al cui centro si pongono i giovani, la gente comune e l’idea di una cultura “ordinaria”, fondata sul recupero dell’esistente, si segnalano: il primo programma del Free Cinema; il debutto del dramma Ricorda con rabbia, e la mostra This Is Tomorrow.
Scopo di questo lavoro è dimostrare quanto questi avvenimenti del 1956 abbiano influenzato la scena culturale successiva – dagli angry young men alla new wave cinematografica alla pop art, dai Beatles alla swinging London – imponendo l’idea di una via britannica alla cultura, in grado di porsi come autentico “modo di vita”, oltre che corpus di lavoro intellettuale e immaginativo. Comune ai tre eventi è uno stesso proposito:
“porre l’arte in una prospettiva spazio-temporale che confida nel futuro per essere completata”. Si tratta ora, a più di sessant’anni di distanza, di verificare come – se – quelle proposte sono state “completate”, osservandole da quell’allora lontanissimo futuro che oggi è il nostro presente.

 

Il bosco di latte

 

 

 

Edith Wharton

La seconda occasione

 

Con questi tre racconti, e l’affilata potenza della sua prosa, Edith Wharton ci conduce nelle stanze più segrete del cuore di donne particolarmente coraggiose.
Le prime due protagoniste hanno avuto il coraggio di fare quella scelta controcorrente e scandalosa a cui hanno rinunciato le eroine dei più famosi romanzi della scrittrice: far vincere l’impulso potente del sentimento sulle convenzioni sociali. Ora si trovano a convivere con le conseguenze della scelta.
Nell’ultimo racconto, si agita una domanda: cosa accadrebbe se non ci fosse castigo per aver seguito il proprio cuore? Se non ci fosse alcuna condanna, se non quella che le donne, da sole, si infliggono? La risposta è tutt’altro che scontata.

 

poesia e prosa

 

 

 

 

 

 

 

 

Bobby Sands

Scritti dal carcere

Traduzione di Enrico Terrinoni e Riccardo Michelucci

 

A 39 anni dalla morte, per la prima volta in italiano tutte le poesie e le pagine di prosa inedite scritte da Bobby Sands durante la sua carcerazione nei Blocchi H di Long Kesh, in Irlanda del Nord, tra il 1976 e il 5 maggio 1981, quando morì dopo 66 giorni di sciopero della fame.
Oltre 90 pagine di versi (40 componimenti) e più di 50 pagine di brani in prosa che il rivoluzionario irlandese, morto a 27 anni in protesta contro il regime di detenzione imposto dal governo britannico, compose scrivendo su carta igienica e cartine di sigarette.
L'amore per la libertà, l'attaccamento alla propria terra, il carisma, l'attenzione per i compagni, la passione per letteratura, storia e ornitologia: Bobby Sands rivela nei suoi testi non solo la tenacia di un ribelle acuto e inflessibile ma anche una straordinaria sensibilità umana e poetica, una capacità di trascendere e muoversi abilmente su diversi piani, oltre al senso morale altissimo che lo porterà in assoluta consapevolezza a scegliere di morire.

Prefazione inedita di Gerry Adams.

 

narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Come la sabbia

“Straordinaria, ineguagliabile Alice Rivaz, riesce a nominare l’impresentabile della vita di donne e uomini in poche pagine, quando altre e altri lo fanno, senza la stessa forza e felice spudoratezza in poderosi saggi.”
Lea Melandri

Questo secondo romanzo di Alice Rivaz, apparso nel 1946, ci invita a seguire, durante una manciata di giorni e notti dell'inverno del 1928, l’esistenza di alcuni funzionari che lavorano in un organismo internazionale a Ginevra. Le scelte private, le aspettative tradite, le passioni brucianti dei protagonisti, in special modo di Hélène Blum e André Chateney, costituiscono un palcoscenico illuminato dietro il quale si muove, implacabile e sinistra, la Storia. Cieca e sorda alle istanze collettive che pure passano tra le sue mani, sotto forma di relazioni su scioperi e proteste in gran parte dell’Europa, una collettività privilegiata, al riparo dalla “disgrazia che bussa alle porte dei loro vicini”, come scriverà Rivaz nel 1966, desidera la propria felicità in termini individuali, come se il mondo al di fuori dell’ufficio e delle relazioni private non fosse che un’entità astratta.
In Come la sabbia, si può notare l'avvio di quella tematica delle rivendicazioni femminili cui l'autrice rimarrà fedele e che si accentuerà l'anno dopo in La pace degli alveari (Paginuno, 2019), prima di diventare il soggetto principale delle scrittrici femministe degli anni Settanta. Ancora una volta, il talento di Alice Rivaz precorre i tempi, narrando con almeno cinquant’anni di anticipo l’alienazione contemporanea.

 

Narrativa

 

 

 

 

 

Catherine Chidgey

Il figlio perfetto

Germania, 1939. Due bambini osservano i loro genitori mentre vengono inghiottiti dagli sconcertanti meccanismi del potere. Sieglinde vive nell’agiata ignoranza della borghesia berlinese, il lavoro di suo padre è censurare i libri asportandone le parole proibite (“promessa”, “amore”, “pietà”...). Erich è figlio unico e vive con la madre nella campagna rigogliosa vicino a Lipsia, all’ombra di inquietanti domande senza risposta. Entrambe le famiglie ambiscono alla purezza e alla perfezione che guidano i buoni tedeschi. I bambini si incontrano mentre le speranze della Germania nazista per un futuro glorioso cominciano a crollare, e trovano temporaneo rifugio in un teatro abbandonato, in mezzo alle macerie di Berlino. Là fuori, bianche lenzuola sono appese alle finestre; in tutta la città la gente parla della resa.
A osservarli c’è un bambino, il misterioso narratore della loro storia. Vede ciò che loro vedono, sente ciò che loro sentono, eppure la sua voce arriva dal profondo delle rovine del sogno di una nazione.

 

Narrativa

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Farley

 

Farley è un anziano dublinese, dal corpo fragile ma dalla mente affilata come un rasoio. Svegliandosi nel cuore di una gelida notte di gennaio, si ritrova riverso sul pavimento del bagno, paralizzato. Mentre elabora piani per il proprio salvataggio, la sua mente comincia a risalire il passato, portandoci con lui.
Dipanando la trama e l’ordito della sua vita, Farley rivive gli amori, le perdite e i tradimenti, con lo spirito e la comicità caustica di un vero dublinese. Perché questa è anche la storia di Dublino, fedele compagna della sua esistenza, che Farley ha visto attraversare tra povertà e prosperità, boom e crisi.
Dalla resa epica, ricco di dettagli e percorso da un delicato black humour, Farley costituisce un’elegia dolceamara a Dublino e una riflessione unica sulla vita di uno dei suoi abitanti.

 

In Utero

 

 

Jennifer Radulovic

Scandale!
Gainsbourg

 

La vita di Serge Gainsbourg, il genio ribelle che ha scandalizzato il Vaticano tra musica, poesia e provocazione, a cinquant’anni anni dall’uscita di Je t’aime... moi non plus. La straordinaria storia d’amore con la musa Jane Birkin, la vita epica del padre di Charlotte Gainsbourg, la storia intensa, brutale e commovente dell’ultimo Poeta Maledetto.

 

Il bosco di latte

 

 

 

 

 

 

 

Francis Scott Fitzgerald

Ci risiamo, Basil Lee

 

Basil Lee è cresciuto. Il giovane alter ego dello stesso F.S Fitzgerald, che abbiamo già incontrato nella raccolta che porta il suo nome (Paginauno, 2018) è entrato nella piena adolescenza e l’impasto ricco di contrasti della sua personalità comincia a solidificarsi: furbizia e candore, acuta sensibilità e noncuranza, fantasia indomabile e senso pratico continuano a convivere in lui, ma si fa strada una nuova consapevolezza di fronte alle sfide dell’esistenza. Il contrasto tra l’immaginario e il reale si fa più stringente e Basil si trova sempre più spesso messo a confronto con il prezzo dei sogni, da quello di emergere grazie al suo talento a quello, più prosaico, di ottenere la migliore istruzione per farsi strada nella vita. Ma più di tutto, al centro di queste storie c’è l’incontro con l’universo delle ragazze. Il rapporto tra compagni maschi passa leggermente in secondo piano e sono figure femminili memorabili e modernissime che Fitzgerald ci consegna tra le pagine di questo piccolo capolavoro di brio e poesia, di intelligenza e sensibilità. Il racconto della complessità dei rapporti tra i sessi a sedici anni non potrebbe essere più
attuale. Ogni adolescente, presente e passato, vi ritroverà la fulgida luce e le tenebre insondabili dei primi amori.

 

Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

La pace degli alveari

“Per me Alice Rivaz è una vera sorella di femminismo”
Annie Ernaux

 

“Credo di non amare più mio marito”. Così si apre il diario segreto di Jeanne Bornand, moglie e lavoratrice, donna che è stata amante e amata e che si ritrova, ancora giovane ma vicina a non esserlo più, faccia a faccia con la sua estraneità alla vita cui le sue scelte l’hanno condotta. A finire implacabilmente sotto accusa è il matrimonio, nella sua prosaicità, nel suo insanabile scollamento dall’amore, ma una volta cominciato sembra che Jeanne non riesca più a fermarsi. L’intera società degli uomini, di cui le donne sono al tempo stesso vittime e complici, finisce sotto la sua critica spietata, tanto più feroce perché tinta della più lucida ironia.
Quello che non si è perdonato a questo romanzo, uscito due anni prima de Il secondo sesso, è probabilmente la sua efficacia nel ridicolizzare i miti, i rituali e le manifestazioni esteriori del sistema di valori maschile, mentre lo attacca dalle fondamenta.
Con una prosa leggera e appuntita come una freccia, Alice Rivaz getta l’intera storia dell’umanità sotto una luce diversa partendo da piccoli fatti quotidiani, apparentemente irrilevanti, come l’acquisto di un cappello nuovo.

 

Narrativa

 

 

 

 


 

 

Iacopo Adami

Capolinea

 

Il cadavere di Salvatore Ciaramelli viene rinvenuto all’interno di un cantiere della Mainoldi Costruzioni, l’azienda che detiene il monopolio del settore edile a Milano per gli interventi di riqualificazione urbana, concomitanti alla Fiera della Modernità. La causa della morte è un colpo di pistola alla testa. Il suo amico
Costanzo, ispettore di polizia, è deciso ad andare fino in fondo all’accaduto, nonostante le pressioni esercitate dai suoi superiori per insabbiare il caso. È l’inizio di un percorso che lo porta a immergersi in un vortice di interessi tra economia, politica e crimine organizzato. Ma non solo i pericoli del presente affliggono Costanzo. Nel suo passato si cela, infatti, un evento traumatico, riportato a galla dall’omicidio di Salvatore. Intanto,
Milano continua la sua corsa all’ammodernamento, riflesso della trasformazione di cui soffrono molti dei personaggi che animano questo romanzo – prima protagonisti del fermento culturale e politico degli anni Settanta, ora grigie comparse sullo sfondo di una città vetrina, priva di identità e dimentica della sua storia.
Come possono le generazioni più giovani – rappresentate da un amico di Salvatore, il ventottenne Milo – trovare rimedio alla propria inconsistenza?

 

Saggistica


 

 

 

 

 

 

 

Silvia Albertazzi

Leonard Cohen
Manuale per vivere nella sconfitta

 

“Ricordo la prima volta che ho visto Cohen, a un reading di poesia a Vancouver nel 1966. Entrò a grandi passi in un’enorme aula universitaria stipata di ascoltatori entusiasti, e con nostra grande sorpresa aveva una chitarra sotto il braccio. Eravamo perplessi. La maggior parte di noi attendeva il poeta romantico di The Spice-Box of Earth; alcuni altri (incluso me) avevano sperato segretamente di sentire il sorprendente romanziere autore dell’appena pubblicato Beautiful Losers. Nessuno era preparato per una chitarra strimpellata e una canzone ammaliante su una donna chiamata Suzanne. Così fummo tutti sbalorditi. Un terzo di secolo più tardi, io lo sono ancora” (Stephen Scobie).
Senza dubbio l'opera di Leonard Cohen appartiene nella sua totalità al mondo delle lettere, eppure nessuna monografia l'ha finora presa in considerazione senza separare il poeta e il romanziere dal cantautore. Grazie a un racconto coinvolgente, Silvia Albertazzi mostra invece come poesia, narrativa e canzoni costituiscano per Cohen un'unica forma espressiva in continua evoluzione, in cui la bellezza dei perdenti e il valore della sconfitta sono esaltati attraverso un uso ipnotico e incantato della parola.

 

Il Bosco di Latte


 

 

 

 

Thomas Wolfe

Un'oscura vitalità

 

L’obiettivo ambizioso di Thomas Wolfe era, con le sue stesse parole, quello di narrare “l’intera intollerabile memoria dell’America, la sua violenza, la sua ferocia, immensità, bellezza, bruttezza e gloria”.
Questi cinque racconti, selezionati dalla sconfinata, caotica e affascinante opera di Wolfe, provano a restituire questo mirabile equilibrio giocato sul filo dei contrasti: luce e ombra, vita e morte, cultura e bestialità. La lingua di Wolfe, vulcanica, debordante, profondamente americana ma non dimentica delle radici europee, cerca le parole che “non rappresentino la vita, ma siano la vita”, così come i suoi personaggi, tremendamente vivi, ferocemente umani. L’opera di Wolfe, che godette di una straordinaria popolarità durante la sua breve vita, quanto di un ingrato oblio dopo la sua morte, ha avuto un profondo impatto sulla letteratura americana del ventesimo secolo. Da Faulkner a Kerouac, molte sono le voci che ne hanno riconosciuto la grandezza.

 

In Utero

 


 

 

 

 

 

 

 

Mario Bonanno

33 giri
Guida ai cantautori italiani
Gli anni Settanta

 

All’inizio degli anni Settanta, in un’Italia in cui la protesta porta migliaia di ragazzi in piazza, esplode il fenomeno dei cantautori.
Legato a una rivoluzione dei costumi resasi ormai indispensabile, il cantautorato s’inserisce tra le inquietudini della gioventù, cogliendo e facendo propri i diversi umori della società. I nuovi modelli di vita, i nuovi disagi, le nuove inquietudini, in una parola, la voglia di cultura e di cambiare il mondo, trovano così un portavoce nelle musiche e nei testi di Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Eugenio Finardi, Pierangelo Bertoli, Claudio Lolli, Stefano Rosso, Gianfranco Manfredi, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e molti altri.
33 giri parla proprio di questo. Racconta un momento decisivo della nostra Storia attraverso i migliori LP del decennio, dal 1970 al 1979. Seguendo un percorso lineare, che ha il merito di mostrare la crescita di un fenomeno musicale a cui, anno dopo anno, si aggiungono nuovi protagonisti, crea la colonna sonora ideale di una protesta giovanile senza precedenti in Italia: è l’assalto al cielo.

 

Saggistica


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rudi Ghedini

Rivincite
Lo sport che scrive la storia

 

In queste pagine si affacciano le figure di Jim Thorpe, Cathy Freeman, Althea Gibson, Muhammad Alì, Garrincha, Nadia Comaneci, Alice Milliat, Jonah Lomu, Jackie Robinson, Jürgen Sparwasser, Kareem Abdul-Jabbar, Diego Maradona, Florence Griffith, Gretel Bergmann, Georges Weah, Colin Kaepernick, Peter Norman... A vicende raccontate mille volte, se ne aggiungono di quasi dimenticate, in bilico fra epica e cronaca, riscatto e stupore. Da oltre un secolo è impossibile stabilire i confini dove comincia la politica e dove finisce lo sport. Dietro il grande spettacolo globale, si agita il potere nelle sue moderne incarnazioni, quello che si dirama dall’impero cinese agli oligarchi russi, dagli emiri mediorientali ai miliardari in dollari, dagli intrighi di corte che indirizzano le burocrazie di Fifa e Cio al peso specifico dei grandi marchi dell’abbigliamento sportivo, dal saccheggio dell’Africa alle dolose ambiguità nella guerra al doping. Con vertiginosi salti di tempo e di spazio, Rivincite propone una concatenazione di racconti all’incrocio fra sport, storia e politica. È sempre più raro, ma ogni tanto accade, che uno sportivo prenda posizione e trasformi il proprio talento in una bandiera da sventolare a favore di una causa. Così, lo sport torna a scrivere la storia.

 

 

 

Rudi Ghedini presenta
Rivincite

(from Lara Peviani on YouTube)

 

 

 

Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

James Robertson

Solo la terra resiste

 

Michael Pendreich è alle prese con l’allestimento di una mostra di fotografie dedicata al padre Angus, famoso fotografo morto da pochi anni. Mentre cerca di dare un ordine alle immagini, Michael si interroga. Quale storia vuole rappresentare raccogliendo queste foto? Quella del padre, la propria, o quella della Scozia? O quella degli individui catturati nel corso degli anni dalla lente del suo celebre genitore? Il vagabondo senza casa che colleziona ciottoli; il veterano di guerra e il bottegaio asiatico che lottano per migliorare le condizioni di vita delle proprie famiglie; il deputato conservatore con una passione segreta, e la sorella che lo odia e cerca di rovinarlo; l’agente dei servizi segreti tradito dai colleghi; le numerose figure femminili alle prese con un mondo maschile fatto di soprusi.
Sull’onda di queste storie, James Robertson costruisce un viaggio penetrante nel cuore di un Paese dalle grandi speranze e dai sogni infranti, dai compromessi privati e dai segreti insondabili, mescola brillantemente il personale e il politico, e spazza via la polvere e la sporcizia dai primi anni Cinquanta post-bellici fino al 2008, per rivelare un ricco arazzo di vicende
umane dal valore universale.

 

 

James Robertson presenta
Solo la terra resiste

(from Lara Peviani on YouTube)

 

 

 

Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Davide Steccanella

Le indomabili
Storie di donne rivoluzionarie

 

Le schede di questo saggio raccontano di donne che hanno scelto la via rivoluzionaria. Donne molto diverse tra loro, ognuna delle quali ha combattuto la propria battaglia secondo quello che era il proprio contesto storico, politico e sociale, ma tutte motivate da un identico ideale: sovvertire il potere costituito mettendo in gioco la vita, gli affetti e le proprie certezze. Alcune sono morte combattendo. Altre hanno scontato molti anni di carcere o sono state costrette a fuggire dal loro Paese.
La prima, la francese Louise Michel, appartiene al passaggio tra i due secoli e l’ultima, Hedy Epstein, tedesca di Friburgo, figlia di deportati ad Auschwitz e da anni cittadina americana, si fa arrestare a novant’anni, negli anni della globalizzazione, mentre protesta contro il governatore del Missouri per l’uccisione di un ragazzo nero.
Nel lungo lasso di tempo che divide le loro esistenze scorrono poco meno di cent’anni, ma il racconto di queste quaranta storie è occasione per l’autore di ripercorre i più importanti fermenti rivoluzionari che hanno attraversato l’ultimo secolo del secondo millennio.

 

 

Davide Steccanella presenta
Le indomabili

(from Lara Peviani on YouTube)

 

Saggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

Paul Dietschy

Storia del calcio

Il calcio: la storia dei grandi club, le evoluzioni tecniche del gioco, gli allenatori e i giocatori d'eccezione, il rapporto con i regimi totalitari del Novecento e con il denaro

 

Codificato dall'Inghilterra trionfante al tramonto del XIX secolo, il calcio è diventato lo sport più popolare al mondo. Eppure la sua storia resta largamente misconosciuta. Come sono nati club, federazioni e competizioni internazionali? Quando e perché sono state fissate le regole sul numero di giocatori o la dimensione del pallone, passando per i cartellini gialli e rossi, i corner e i punti di penalità? Quali sono state le grandi evoluzioni tattiche e tecniche del gioco, dribbling e colpi di testa?
È a queste domande, e a molte altre, che quest'opera senza precedenti, basata su documentazione inedita proveniente in particolare dagli archivi della FIFA, dà una risposta. C'è la storia dei grandi club – Ajax, Bayern, Liverpool, Saint-Etienne, Real, Barcellona, Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Torino – degli allenatori carismatici e dei giocatori d'eccezione, come Platini, Rivera, Maradona, Pelé, Garrincha, ma ci sono anche la strumentalizzazione del calcio da parte dei totalitarismi del Novecento e le relazioni pericolose con il denaro e i diritti televisivi.

 

Saggistica

 

 

 

 

 

 

Carmine Mezzacappa

Cinema e terrorismo

La lotta armata sul grande schermo
50 schede di film

 

Cinema e terrorismo è un’attenta e minuziosa analisi di come il cinema italiano ha raccontato la lotta armata degli anni Settanta. Il saggio è costruito secondo linee tematiche, e l’autore passa in rassegna 50 film, spaziando dalla pellicole più note – come Buongiorno, notte e La Prima Linea – a produzioni meno conosciute, affrontando molteplici aspetti. In opere quali Colpire al cuore di Amelio e Caro papà di Risi, la lotta armata si presenta come conflitto generazionale, mentre in altre pellicole la telecamera preferisce soffermarsi sui dubbi ideologici ed esistenziali dei protagonisti – Maledetti vi amerò e La caduta degli angeli ribelli di Giordana, e Il ragazzo di Ebalus di Schito. Non mancano i riferimenti cinematografici al tormento della coscienza infelice borghese, che si oppone alla propria classe sociale – Quella fredda mattina di maggio di Sindoni – e all’atteggiamento irriducibile dei militanti, come Gli invisibili di Squitieri e La mia generazione di Wilma Labate.

 

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