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collana Narrativa

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesca Guffanti

La strana storia di Bric

 

Virginia scappa dal collegio dove è rinchiusa. Arriva alla sua montagna di notte. Mentre è nascosta nella stalla di casa, assiste alla caduta di un meteorite.
Questo evento straordinario cambierà la sua vita e quella degli abitanti del paese, in maniera irreversibile. Vigili, polizia, studiosi, operatori televisivi e turisti invaderanno i luoghi remoti di queste montagne, fino ad allora dimenticate. Con esiti imprevedibili. Scontri generazionali, avidità, incomprensioni, il giogo delle tradizioni e il rispetto della montagna. Affrontando questi temi Virginia e il suo paese dovranno toccare il fondo di tutte le cose non dette, per rendersi conto dei reali desideri che muovono le tre diverse generazioni che abitano il paese.
Virginia è un’eroina atipica. Da ragazza prima e da donna adulta poi, sa che per uscire da questo dramma bisogna trovare una strada percorribile anche là dove restano solo macerie.
Virginia è come la sua montagna e ci dice un’ultima parola sulla vicenda. Le sue scelte sono radicali fino alla fine, ispirate a un’etica profonda. Come potrebbe essere diversamente se vuole onorare amici, giuramenti, la montagna e la famiglia? Questa ragazza selvaggia e affascinante ci spinge a guardarci dentro e a vedere avanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Getta il tuo pane

 

Christine è una donna di cinquantasei anni che non si è mai sposata. Lavora come impiegata e nel corso della sua vita sembra aver fatto pace con la sua solitudine. Gli unici amici che le sono rimasti sono gli uomini che ha amato e che in passato l’hanno fatta soffrire… Questo suo equilibrio sfuma quando sua madre diventa vedova e lascia Losanna per raggiungere la figlia e vivere per sempre con lei a Ginevra. Di fronte a questo ricatto morale, Christine combatte con il suo senso del dovere che le impone di prendersi cura della madre, soffocando il proprio risentimento nei suoi confronti.
Da qui, anni di dipendenza reciproca coinvolgono le due donne in una delicata lotta di potere. Ma le cose cambiano non appena la madre si ammala.
Alice Rivaz maneggia questo materiale incendiario da par suo, capace com’è di condensare le tematiche che le sono proprie sin dagli esordi, e dal racconto di questa lunga intimità crea non solo la straordinaria figura di una donna d’altri tempi, esigente e tirannica, ma anche quella di un’epoca, di una società, di usi e costumi scomparsi, da lei tratteggiati con mirabile accuratezza e umorismo.

 

 

 

 

 

 

 

Yu Xiuhua

Esserci ancora

 

I due racconti di Esserci ancora, sebbene apparentemente distinti, rispondono entrambi a una necessità
narrativa ben precisa: dare voce a un dolore, descritto attraverso due figure femminili ma con una valenza estesamente umana. Le protagoniste sono due donne, che con modalità ed esiti diversi infrangono lo schema che le vorrebbe aderenti alle regole sociali dei luoghi in cui vivono: la campagna, arretrata e chiusa, per Zhou Yu, e la città, frenetica e spietata, per Ai Lan. Due donne (o, se vogliamo, la stessa donna) dotate di una spiccata sensibilità e di una forte emotività che le rende vulnerabili, ma coraggiose al tempo stesso. Quel tipo di coraggio che genera dal dolore. In entrambi i casi vediamo concretizzarsi l’archetipo della sofferenza che diventa forza, ribellione, sfida e, in certi risvolti, sfuggendo al controllo, tocca la follia.

 

 

 

 

 

 

Vanina Sartorio

Coni d'ombra

 

Sette istantanee caratterizzate da protagonisti di sesso, età, origine ed estrazione lontani fra loro, compongono questa raccolta di racconti.
I personaggi che popolano queste storie sembrano schiavi di ombre che si aggirano chiedendo unicamente di essere ascoltate. Ma è proprio la sordità verso tutto ciò che non è facilmente etichettabile, a impedire ai protagonisti di Coni d'ombra, di trovare una propria dimensione nel mondo.
Tuttavia non è il pessimismo a permeare le pagine di questa raccolta, al contrario l'autrice sembra suggerire che la comprensione e l'accettazione del linguaggio inconscio, fornisca una chiave per abbracciare l'interezza della personalità umana, intessuta appunto di luce e ombra.

 

 

 

 

 

 

Giancarlo Mancinelli Pozzi

Hand in cap. Delitti all'ippodromo

 

Il romanzo si ispira a un fatto di cronaca: il rapimento del presidente della Società Corse, avvenuto nei pressi dell'ippodromo di San Siro. Ambientato negli anni Settanta in una Milano dove agivano le bande di Vallanzasca e Turatello, la vicenda parte dalle indagini, subito indirizzate verso gli ambienti della malavita locale. Sei mesi dopo il cadavere viene recuperato dal lago di Iseo. Al recupero assiste anche il marchese Luigi del Roero, commissario agli Handicap all'ippodromo e amico fraterno del presidente.
Con il supporto di un amico giornalista, il commissario segue il dipanarsi delle indagini ufficiali, incanalate verso una soluzione di comodo, che egli tenta di contrastare conducendo una personale investigazione parallela, approdando a un risultato tanto logico quanto sconcertante.
Nella realtà dei fatti, i responsabili della morte del presidente
della società delle corse non sono mai stati individuati.

 

 

 

 

 

 

 

Valentina Ricci

L'alba sepolta

 

Davide è bello, bellissimo, un’opera d’arte. Ha diciannove anni e il mondo è suo. A scuola lo conoscono tutti, i compagni di squadra lo applaudono, le ragazze se lo contendono, ignare dell’amaro finale che le attende.
Dentro casa, però, è un’altra storia: il padre, cardiologo e ricercatore di fama, è spesso in viaggio e perennemente evasivo, tanto che il giovane, per uscire dall’ombra, è deciso a diventare anch’egli medico, aiutato dall’amico fraterno Giulio con cui condivide tale ambizione.
Ma l’incontro con la sfuggente Karin, immune al suo fascino, lo condurrà in un’inaspettata quanto ripida discesa nei bassifondi dell’anima, faccia a faccia con il drammatico vuoto che da sempre lo attanaglia. Lì ad attenderlo, sepolta nel mare calmo di memorie ormai vaghissime, l’ultima alba della sua vita precedente, quando gli altri, ancora, non se n’erano andati.

 

Reissue

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Vaggi

Sarajevo novantadue

 

Aprile 1992, città di Sarajevo. Milo ha sedici anni, gioca a pallone, va a scuola e fa la corte a Lana. Nella vita che ancora per poco continuerà a essere normale, il padre lavora come giornalista, Ibrahim l’allenatore sogna per il ragazzo un futuro in una squadra importante, il professor Simo Zivanovic, storico appassionato, tra una lezione e l’altra scrive di Jovan il contadino, rapito nel 1531 dalle milizie di Alibeg per lavorare alla costruzione della moschea del Bey. Ma Sarajevo è città sull’orlo di un baratro, nonostante la finzione dei più, e quando l’assedio inizia si frantumano le regole di ogni comunità. Niente più scuola e pallone, dunque, e nemmeno più un padre; solo granate, esplosioni, case dalle imposte chiuse dietro cui nascondersi e vie con lamiere rabberciate tese tra i lampioni, fragile barriera che vuole proteggere i passanti dalla vista dei cecchini, non certo dai loro spari. Milo potrebbe fuggire, con l’aiuto di un sergente del contingente Onu, ma non sa decidersi: cerca il consiglio del professore, però Simo Zivanovic non è più in grado dii mmaginare un destino qualunque nemmeno per Jovan, personaggio di carta.
In Sarajevo novantadue Massimo Vaggi fotografa l’immobilità di un assedio che imprigiona il futuro di un’intera incredula popolazione e, dimentico di come quello sia il luogo dove uomini diversi per cultura e religione hanno imparato nei secoli cosa significhi vivere in pace, frantuma ogni criterio del vivere conosciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alessandra Patriarca

L'uomo nel mezzo

 

Alla vigilia dei quarant’anni Luca è un uomo sicuro di sé: piacevole, benvoluto, attraente. Ha un lavoro che lo appassiona nel mondo dell’arte. Una vita ricca di interessi e amici. Nessun rimorso, nessun rimpianto. E allora, chi gli ha spedito quella maglietta color salmone? E perché un tale evento all’apparenza innocuo, si sviluppa inesorabile in una persecuzione inquietante?
Mentre cerca di venire a capo di questo mistero, Luca si muove in una Milano contemporanea e fremente, che gli appare talvolta più torbida e oscura, tal altra invece quasi benigna; e così i variegati personaggi che ruotano intorno a lui: l’amico fraterno Pietro e sua figlia Wendy, Dora la vicina quasi ottantenne, Annina che progetta videogame, gli sgradevoli coniugi Barca e molti altri.
È evidente che qualcuno lo ha preso di mira, ma chi può essere? Forse un antico amore, oppure un rivale in affari? Ma soprattutto, riuscirà Luca a fermarlo e a riprendere il controllo della sua vita?

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Il cavo dell'onda

 

Quando l'amore non sboccia e rimane idealizzato, entrano in gioco le paure. In questo romanzo, Alice Rivaz ne mostra le ombre lunghe e non esita a esplorare le situazioni comiche, felici o tragiche che ne derivano. Opera della maturità artistica, Il cavo dell'onda, seguito di Come la sabbia (1946), è stato pubblicata solo ventuno anni dopo, come se Alice Rivaz avesse voluto prendersi il tempo e la distanza necessari per comprendere la situazione dell'Europa pre-bellica. Le sue profonde analisi delle aspirazioni e degli errori dei protagonisti possono essere letti indipendentemente dal romanzo che lo precede. Soprattutto se piacciono i contrasti creati dalla neve in primavera.

 

Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Tatty. Un'infanzia berlinese

Vincitore del premio Unesco del 2020, campione di vendite in Irlanda e in Inghilterra, inserito tra le 50 opere irlandesi più importanti degli anni Duemila, candidato al prestigioso Orange Prize e selezionato per il premio Hughes & Hughes come romanzo dell’anno

 

Il fortunato romanzo di Christine Dwyer Hickey, Tatty, racconta la storia di una ragazzina di Dublino che lotta per sopravvivere e crescere in una famiglia disfunzionale. Da quando la bambina ha quattro anni, fino ai suoi quattordici anni, la voce di Tatty evolve insieme alla sua percezione di quel che le accade intorno, permettendoci di entrare nei suoi pensieri e di osservare insieme a lei la fragilità della vita, ciò che gli adulti possono farsi l'un l'altro, e soprattutto ciò che possono fare ai figli. Tatty vive in una casa ordinaria insieme al padre, alla madre e ai fratelli tra le quali Deirdre. Ma nella casa aleggia anche un'altra presenza che Tatty sente, più che vedere: il conflitto tra i genitori e la crescente dipendenza dall'alcol. Ambientato a Dublino tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Tatty è una cronaca del suo tempo. Il risultato è un romanzo sconcertante che continua ad accompagnare il lettore anche dopo molto tempo che ha richiuso il libro.

 

 

 

 

 

 

 

John Galt

Il parlamentare. Un’autobiografia

 

Il parlamentare è considerato il primo romanzo politico
in lingua inglese: capolavoro di arguzia, è una
critica devastante dell'autonomia della politica nei confronti degli
interessi del mondo economico e del tornaconto personale.
Il protagonista è uno scozzese che, appena tornato dall'India,
acquista un seggio in un quartiere 'marcio'. La sua vicenda trasforma il romanzo in un insuperabile studio sulla corruzione del Parlamento inglese pre-riforma (1832), e sorprende per la sua attualità. Il lettore non faticherà infatti a riconoscere tra le righe gli stessi mali che, a partire dal 1861, affliggono la politica italiana. John Galt ha la capacità di mostrare quale sia la vera funzione di un Parlamento, al di là delle dichiarazioni di facciata
sulla retorica democratica.

 

Narrativa - Reissue

 

 

 

 

 

 

William McIlvanney

Docherty

 

Pubblicato nel 1975, Docherty è un intenso documento sulla Scozia del primo Novecento: una famiglia operaia, una città mineraria toccata dalla prima guerra mondiale e gli scioperi dei minatori negli anni Venti. Protagonista del romanzo è Tam Docherty, che assiste al lento disgregarsi della sua famiglia a causa dei contrasti insanabili con i figli Mick e Angus. In mezzo al crescendo dei litigi spicca la figura della moglie Jenny, testimone sensibile e figura di grande forza interiore. Ma il vero tema del romanzo è il racconto di un cambiamento epocale, tra un passato che muore e un Nuovo che si impone con la forza del potere padronale. Uno scontro dietro il quale il lettore di oggi non tarderà a riconoscere le lunghe ombre degli anni Ottanta, allorquando il governo di Margaret Thatcher provvederà a chiudere colpo su colpo i conti con i diritti dei lavoratori.

Vincitore del Whitbread Award for Fiction

 

 

 

 

 

 

 

Évelyne Pisier, Caroline Laurent

La libertà all'improvviso

 

Mona Desforêt ha la grazia e la giovinezza delle fate. In Indocina tutti gli occhi sono per lei. Nel frattempo il Paese sta bruciando, preso tra l’occupazione giapponese, le infamie e l’ascesa del Viet Minh. Così, insieme alla figlia Lucie e al marito, un ufficiale di alto rango coinvolto con il regime di Pétain, fugge in Nuova Caledonia. Nella nuova destinazione, a Nouméa, i giorni sono scanditi da monotonia, ordinario razzismo e nuoto in laguna. Lucie sta crescendo e Mona vive di sogni e immaginazione fino al giorno in cui incappa nella lettura de Il secondo sesso di Simone de Beauvoir. È la nascita di una coscienza, l’inizio della libertà. Tornata in Francia da donna divorziata e indipendente, Mona introduce la figlia alle lotte femministe e alla guerra per la liberazione anticoloniale dei popoli. Da questo momento in poi, Lucie coltiva un solo sogno: andare a Cuba. Non sa ancora che lì incontrerà un certo Fidel Castro...
Romanzo tratto dalla storia vera di Évelyne Pisier.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

Come la sabbia

“Straordinaria, ineguagliabile Alice Rivaz, riesce a nominare l’impresentabile della vita di donne e uomini in poche pagine, quando altre e altri lo fanno, senza la stessa forza e felice spudoratezza in poderosi saggi.”
Lea Melandri

Questo secondo romanzo di Alice Rivaz, apparso nel 1946, ci invita a seguire, durante una manciata di giorni e notti dell'inverno del 1928, l’esistenza di alcuni funzionari che lavorano in un organismo internazionale a Ginevra. Le scelte private, le aspettative tradite, le passioni brucianti dei protagonisti, in special modo di Hélène Blum e André Chateney, costituiscono un palcoscenico illuminato dietro il quale si muove, implacabile e sinistra, la Storia. Cieca e sorda alle istanze collettive che pure passano tra le sue mani, sotto forma di relazioni su scioperi e proteste in gran parte dell’Europa, una collettività privilegiata, al riparo dalla “disgrazia che bussa alle porte dei loro vicini”, come scriverà Rivaz nel 1966, desidera la propria felicità in termini individuali, come se il mondo al di fuori dell’ufficio e delle relazioni private non fosse che un’entità astratta.
In Come la sabbia, si può notare l'avvio di quella tematica delle rivendicazioni femminili cui l'autrice rimarrà fedele e che si accentuerà l'anno dopo in La pace degli alveari (Paginuno, 2019), prima di diventare il soggetto principale delle scrittrici femministe degli anni Settanta. Ancora una volta, il talento di Alice Rivaz precorre i tempi, narrando con almeno cinquant’anni di anticipo l’alienazione contemporanea.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabrina Campolongo

Il figlio

«Hanno trovato tuo padre.»
Tommaso lascia cadere il braccio che regge il telefono, prende una profonda boccata di fumo, lo soffia verso la striscia azzurra di cielo che avanza indifferente. Sente, ma lontana, la voce di sua moglie. «Ci sei? Tommy, sei lì?»
Riprende il telefono.
«Morto» dice. Non proprio una domanda.

Tommaso ha preso dal padre – Ottavio Manfrè, il grande attore – gli occhi prodigiosi e la passione per la recitazione. Da sempre vive nella luce abbagliante che avvolge la figura pubblica, amata e incensata, e nelle ombre profonde che l’uomo, il marito, il padre hanno lasciato dietro di sé. Ma ora che Ottavio ha scelto di recitare in solitudine il suo ultimo atto, il confronto non può più essere rimandato.
Sabrina Campolongo torna a raccontare la violenza e la dolcezza della famiglia, con una storia che parla di ferite, eredità e talento.

 

 

 

 

 

 

Catherine Chidgey

Il figlio perfetto

Germania, 1939. Due bambini osservano i loro genitori mentre vengono inghiottiti dagli sconcertanti meccanismi del potere. Sieglinde vive nell’agiata ignoranza della borghesia berlinese, il lavoro di suo padre è censurare i libri asportandone le parole proibite (“promessa”, “amore”, “pietà”...). Erich è figlio unico e vive con la madre nella campagna rigogliosa vicino a Lipsia, all’ombra di inquietanti domande senza risposta. Entrambe le famiglie ambiscono alla purezza e alla perfezione che guidano i buoni tedeschi. I bambini si incontrano mentre le speranze della Germania nazista per un futuro glorioso cominciano a crollare, e trovano temporaneo rifugio in un teatro abbandonato, in mezzo alle macerie di Berlino. Là fuori, bianche lenzuola sono appese alle finestre; in tutta la città la gente parla della resa.
A osservarli c’è un bambino, il misterioso narratore della loro storia. Vede ciò che loro vedono, sente ciò che loro sentono, eppure la sua voce arriva dal profondo delle rovine del sogno di una nazione.

 

 

 

 

 

Raffaella Musicò

Con la paura ci mangiamo la notte

 

In una Milano dissolta in particelle solitarie, Giulia, Yumiko, Elena e Roberta affrontano il nodo emotivo che le ha condizionate per tutta la vita. Insoddisfatte nel profondo, arrabbiate ma arrese al pantano dei loro giorni, si sfiorano in incontri all’apparenza superficiali, senza rendersi conto della rete che comincia ad avvolgerle, costringendole a riemergere e a fronteggiare se stesse. In una notte rischiarata dal raggio livido di una luna piena, la sopraffazione insensata su un essere indifeso, il cane di Amedeo, spezza le ombre lunghe della loro paura. L’odio e il dolore per un’ingiustizia efferata si propagano tra le maglie della rete che si stringe senza scampo attorno a loro e irrompono nel vuoto di sogni: con la paura ci mangiamo la notte.

 

 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Farley

 

Farley è un anziano dublinese, dal corpo fragile ma dalla mente affilata come un rasoio. Svegliandosi nel cuore di una gelida notte di gennaio, si ritrova riverso sul pavimento del bagno, paralizzato. Mentre elabora piani per il proprio salvataggio, la sua mente comincia a risalire il passato, portandoci con lui.
Dipanando la trama e l’ordito della sua vita, Farley rivive gli amori, le perdite e i tradimenti, con lo spirito e la comicità caustica di un vero dublinese. Perché questa è anche la storia di Dublino, fedele compagna della sua esistenza, che Farley ha visto attraversare tra povertà e prosperità, boom e crisi.
Dalla resa epica, ricco di dettagli e percorso da un delicato black humour, Farley costituisce un’elegia dolceamara a Dublino e una riflessione unica sulla vita di uno dei suoi abitanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alice Rivaz

La pace degli alveari

“Per me Alice Rivaz è una vera sorella di femminismo”
Annie Ernaux

 

“Credo di non amare più mio marito”. Così si apre il diario segreto di Jeanne Bornand, moglie e lavoratrice, donna che è stata amante e amata e che si ritrova, ancora giovane ma vicina a non esserlo più, faccia a faccia con la sua estraneità alla vita cui le sue scelte l’hanno condotta. A finire implacabilmente sotto accusa è il matrimonio, nella sua prosaicità, nel suo insanabile scollamento dall’amore, ma una volta cominciato sembra che Jeanne non riesca più a fermarsi. L’intera società degli uomini, di cui le donne sono al tempo stesso vittime e complici, finisce sotto la sua critica spietata, tanto più feroce perché tinta della più lucida ironia.
Quello che non si è perdonato a questo romanzo, uscito due anni prima de Il secondo sesso, è probabilmente la sua efficacia nel ridicolizzare i miti, i rituali e le manifestazioni esteriori del sistema di valori maschile, mentre lo attacca dalle fondamenta.
Con una prosa leggera e appuntita come una freccia, Alice Rivaz getta l’intera storia dell’umanità sotto una luce diversa partendo da piccoli fatti quotidiani, apparentemente irrilevanti, come l’acquisto di un cappello nuovo.

 

 

 

 

 


 

 

Iacopo Adami

Capolinea

 

Il cadavere di Salvatore Ciaramelli viene rinvenuto all’interno di un cantiere della Mainoldi Costruzioni, l’azienda che detiene il monopolio del settore edile a Milano per gli interventi di riqualificazione urbana, concomitanti alla Fiera della Modernità. La causa della morte è un colpo di pistola alla testa. Il suo amico
Costanzo, ispettore di polizia, è deciso ad andare fino in fondo all’accaduto, nonostante le pressioni esercitate dai suoi superiori per insabbiare il caso. È l’inizio di un percorso che lo porta a immergersi in un vortice di interessi tra economia, politica e crimine organizzato. Ma non solo i pericoli del presente affliggono Costanzo. Nel suo passato si cela, infatti, un evento traumatico, riportato a galla dall’omicidio di Salvatore. Intanto,
Milano continua la sua corsa all’ammodernamento, riflesso della trasformazione di cui soffrono molti dei personaggi che animano questo romanzo – prima protagonisti del fermento culturale e politico degli anni Settanta, ora grigie comparse sullo sfondo di una città vetrina, priva di identità e dimentica della sua storia.
Come possono le generazioni più giovani – rappresentate da un amico di Salvatore, il ventottenne Milo – trovare rimedio alla propria inconsistenza?

 

 

 

 

 


 

 

John Wainwright

Anatomia di una rivolta

 

L’omicidio di un giovane delinquente nero è il primo evento a Beechwood Brook che pone la polizia locale, sotto il comando del sovrintendente capo Tallboy, in una situazione sempre più difficile da gestire. La madre del morto assume l’avvocato William Heilprin, un agitatore più interessato a far esplodere un caso politico e razziale che non a cercare giustizia. Consapevole dei rischi che la gestione di un’indagine come questa comporta, Tallboy avvia l’inchiesta seguendo la pista più probabile, quella di una resa dei conti tra bande rivali. Ma più l’inchiesta scende in profondità, e più Tallboy comprende che il colpevole sia da ricercare altrove. Un’ipotesi che potrebbe porlo di fronte a una verità agghiacciante. Nel frattempo, la cittadina sembra esplodere: uno stupro di gruppo e un omicidio per vendetta, fungono da cassa di risonanza alla naturale rabbia e alle frustrazioni di tutti i gruppi etnici. Ne nasce una violenta sommossa che avrà il merito di sollevare dallo stato di latenza la verità sociale, che fino a quel momento ribolliva sotto l’apparente tranquillità della normale routine di Beechwood Brook.
John Wainwright in questa Crime novel esplora problematiche sociali tuttora attuali in Inghilterra e in vari Paesi occidentali.

 

 

 

 

 


 

 

Sabrina Campolongo

Emma B

 

La vita di Emma sembra essersi assestata sul binario della prevedibilità: madre di due figli avuti da due padri diversi – il primo, Cristian, da un uomo affascinante quanto inaffidabile, la seconda, Elisa, dall’attuale marito che è l’antitesi del precedente – conduce un’esistenza insipida nella provincia brianzola, appena rischiarata dalle soddisfazioni materne e da inconfessati acquisti di capi di lusso a prezzo d’occasione. Anche la crociera con la famiglia, ottenuta grazie a un caso fortuito, sembra destinata a essere l’ennesima esperienza frustrante, fino a che, una sera, si rivela, totalmente inatteso, il talento canoro di Elisa. La scoperta potrebbe essere la svolta insperata, l’accesso a un mondo su cui Emma ha solo fantasticato, allo scintillante ambiente della tv, attraverso il più popolare dei talent. Non resta che farlo accadere.
Quello di Emma B è il percorso di una Madame Bovary moderna, che esercita le proprie ambizioni per mezzo della figlia, ma è anche quello di una madre che vuole salvare la figlia amata dalla condanna al grigiore di un’esistenza di provincia. Un romanzo profondamente attuale, che riflette sui miti della società moderna, ma antico quanto il complicato rapporto tra madri e figlie.

 

 

 

 


 

 

Rinomata Offelleria Briantea

Ventinovecento

 

Difficile definire con precisione il genere di Ventinovecento. È un’escursione negli anni Novanta di chi, in quei dieci anni di fine millennio lì – tra la diretta TV del botto di Senna al Tamburello e quella del botto delle Torri Gemelle – si è giocato bene o male il ruolo di “teenager”. È una lettera – d’odio più che d’amore – indirizzata a una provincia in cui si nasce e non si cresce mai per davvero: Monza e Brianza (codice di avviamento postale 20900), con tutti i berlusconismi e i Gran Premi di Formula Uno del caso. È, per usare un avverbio tanto caro alle fabbrichette di quella terra, “tecnicamente” un romanzo di formazione – per quanto destrutturato e tenuto assieme giusto giusto da una sottile linea bianca – in cui si salta avanti e indietro attraverso la memoria confusa dei quattro protagonisti Sauzer, Patrese, Braulio e Trentatré: amici, consumatori, imprenditori, Power Rangers. È un’arancia meccanica di droghe, di aneddoti, di noie, di giraffe che prendono fuoco e di “altre cose così: per ridere”. Anche se da ridere, alla fine, c’è solo a sproposito.

 


 

 

 

 

 

 

Raymond Williams

Terra di confine

 

Harry Price ha lavorato per anni come ferroviere nel villaggio gallese di confine di Gynmawr. Quando viene colpito da un infarto, suo figlio Matthew, ricercatore a Oxford, fa ritorno nella piccola e chiusa comunità in cui era cresciuto prima di recarsi a Londra per laurearsi. Mentre Harry giace in camera sua in una silenziosa sofferenza, il figlio rivive i giorni della sua infanzia e dell’adolescenza, rendendosi conto di quanto i lunghi anni trascorsi a Londra lo abbiano allontanato dalle sue radici. Anche Gynmawr sta cambiando. La vecchia stazione ferroviaria è in procinto di essere chiusa, le nuove regole del mercato hanno cambiato la mentalità delle persone e il paesaggio. Morgan, il migliore amico e compagno di lotte del padre durante lo sciopero ferroviario, oggi è divenuto un ricco industriale. Malgrado ciò, anche grazie al recuperato rapporto con Harry, Matthew cerca di rintracciare dentro di sé quei valori e quella cultura, che lo hanno reso quel che è oggi.
Bellissimo ed emozionante ritratto dell’amore tra un padre e un figlio, e della forza e della resilienza di una piccola comunità, Terra di confine è il più sofisticato romanzo di Raymond Williams.

 


 

 

 

 

 

 

 

James Robertson

Solo la terra resiste

 

Michael Pendreich è alle prese con l’allestimento di una mostra di fotografie dedicata al padre Angus, famoso fotografo morto da pochi anni. Mentre cerca di dare un ordine alle immagini, Michael si interroga. Quale storia vuole rappresentare raccogliendo queste foto? Quella del padre, la propria, o quella della Scozia? O quella degli individui catturati nel corso degli anni dalla lente del suo celebre genitore? Il vagabondo senza casa che colleziona ciottoli; il veterano di guerra e il bottegaio asiatico che lottano per migliorare le condizioni di vita delle proprie famiglie; il deputato conservatore con una passione segreta, e la sorella che lo odia e cerca di rovinarlo; l’agente dei servizi segreti tradito dai colleghi; le numerose figure femminili alle prese con un mondo maschile fatto di soprusi.
Sull’onda di queste storie, James Robertson costruisce un viaggio penetrante nel cuore di un Paese dalle grandi speranze e dai sogni infranti, dai compromessi privati e dai segreti insondabili, mescola brillantemente il personale e il politico, e spazza via la polvere e la sporcizia dai primi anni Cinquanta post-bellici fino al 2008, per rivelare un ricco arazzo di vicende
umane dal valore universale.

 

 


 

 

 

 

 

Christine Dwyer Hickey

Tatty

 

Tatty è il ritratto, devastante quanto esilarante, di una famiglia problematica e marchiata dall’alcool, nella Dublino degli anni ’60/70, dipinto dalla voce vivace e carismatica di una bambina. Con brutale onestà, Tatty racconta la storia della sua vita con l’amato, inconcludente pa-pà, con la tormentata mamma, i suoi quattro fratelli, tra i quali Deirdre, la “bambina speciale che Dio ci ha mandato perché ci ama tanto e sa che può fidarsi di noi per badare a lei”, e la folla benintenzionata quanto inadeguata di zie e amici di famiglia.
Al tempo stesso avvincente e straziante, la storia di Tatty è quella dell’inesorabile slavina che porterà la sua famiglia sull’orlo del precipizio e oltre, ma anche quella dell’infanzia che cerca la propria voce, la propria salvezza dai demoni, nella forza dirompente dell’immaginazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Suzanne Dracius

Rue Monte au Ciel

 

Uscito in Francia nel 2003, Rue Monte au Ciel comprende nove racconti, disuguali per ambientazione, consistenza e datazione, ma organicamente accomunati da una serie di elementi che riescono a creare un universo coerente. Con questa raccolta, Suzanne Dracius si riallaccia, per i contenuti e per il linguaggio, alla grande tradizione caraibica del racconto orale. In tutte le novelle emerge una figura femminile colta di fronte a un incontro o un evento inatteso, minaccioso o degradante, che lei riesce però a fronteggiare dando prova di coraggio, autodeterminazione e volontà di sottrarsi alle costrizioni morali e sociali imposte alla donna. Le eroine descritte in questo libro rappresentano altrettanti archetipi della donna delle Antille, combattuta tra il desiderio di emanciparsi, come donna e come meticcia, e l’esigenza di non essere emarginata dal proprio contesto socio-culturale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabrina Campolongo

Ciò che non siamo

Un romanzo che esplora le contraddizioni dell’amore
restituendo un quadro necessariamente incompleto,
spietatamente lucido

 

Cinque storie, frammenti di vite separati dal tempo, compongono il romanzo di una famiglia. Un intreccio che si apre con la perdita dell’innocenza del figlio, Vittorio, il cui ingresso nel mondo adulto è marcato dall’arrivo in famiglia di Lyuba dagli occhi di ghiaccio, che porta nel sangue il veleno di Chernobyl e di altre catastrofi. Con la scoperta della potenza incendiaria dell’amore arriva anche quella dell’insidiosità delle relazioni, dell’inganno che le intossica. Inganno vissuto dalla madre, Milena, che in una domenica mattina di fine estate lotta tra il bisogno di essere se stessa e l’attaccamento al porto tranquillo degli affetti, tra due opposte definizioni di fedeltà. La paternità sancisce invece, per Andrea, il difficile passaggio dall’età dei progetti a quella delle perdite....

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Ciarallo

Le spade non bastano mai

Contro la vita (e la morte) le spade non bastano mai!
Ventidue frammenti di vite raccontati con ironia

 

Due giovani intrappolati in un amore virtuale, uno zombie alle prese con la burocrazia, un uomo che si esprime per proverbi, il folle sosia di una star internazionale, un appassionato razzista, un impiegato che osserva sgomento l’indifferenza generale di fronte a una notizia apocalittica. Questi, e altri strambi personaggi popolano le pagine dei ventidue racconti di questa raccolta.
L’autore narra con ironia frammenti di vite nelle quali il cinismo, la sopraffazione, l’inconsapevolezza, l’incapacità di trovare punti di incontro per far crescere una relazione, mostrano la difficoltà che l’individuo moderno ha nel dare un senso concreto e razionale alle proprie azioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Massimo Vaggi

Gli apostoli del ciabattino

Un intenso racconto umano
Uno sguardo su una realtà contadina che non c’è più
e un mondo di guerre che ancora conosciamo

 

Giuseppe ha solo otto anni quando il padre Dante capisce che da lui non potrà aspettarsi niente di buono: è svagato, testardo, e non apre mai bocca. Eppure sa parlare, e soprattutto sa ascoltare. La sua educazione alla vita sono le storie che la madre racconta, di contadini furbi e santi irosi, animali da cortile e uomini selvatici. Faticosamente diventa adulto, e anche se in famiglia nessuno si occupa di politica, se Giuseppe non vive che nelle sue fantasie, se Dante non pensa ad altro che al grano e alla canapa, nessuno può preservarsi dal contagio che intorno si diffonde come peste: sono gli anni Venti, e nelle campagne del bolognese esplode lo squadrismo delle camicie nere. E Giuseppe è chiamato a partire soldato per portare la ‘civiltà’ agli abissini.
Gli apostoli del ciabattino è un intenso racconto umano, uno sguardo su una realtà contadina che non c’è più e un mondo di guerre che ancora conosciamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Walter G. Pozzi

Carte scoperte

Il racconto di un moderno Mattia Pascal
La fine di un’epoca, politica e sociale
Una commedia amara sul cambiamento

 

A sessantadue anni Mario sembra aver ritrovato il proprio equilibrio: si è buttato alle spalle sei mesi di carcere per piccoli reati fiscali e il divorzio chiesto dalla moglie. Sbarca il lunario grazie all’abilità con le carte frequentando un circolino di anziani nostalgici del Pci, con i quali condivide la fede politica, e vive ospite di una giovane amica sempre in viaggio per affari. Finalmente, creditori e cartelle esattoriali hanno perso le sue tracce.
Sono gli anni del primo governo di centro-sinistra, delle riforme del mondo del lavoro e dei bombardamenti in Kosovo. Flessibilità e Guerra Giusta diventano le nuove parole della politica. La sorpresa e la delusione pervadono i soci del circolo, ma Mario, solo e senza soldi, può consolarsi nell’idea che, destra o sinistra al governo, per lui ben poco cambierebbe. Eppure quando arriva il momento delle elezioni, il richiamo del dovere civico inizia a tormentarlo, e si ritrova a dover scegliere tra la libertà dell’anonimato e il ritorno nella sua vita degli ufficiali giudiziari.
Ambientato tra il 1998 e il 2003, Carte scoperte è una commedia amara sul cambiamento, personale, sociale e politico, e sull’impossibilità di essere padroni della propria vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

William McIlvanney

Il regalo di Nessus

Dal vincitore del Premio Whitbread per la Narrativa

Il lavoro sta lentamente uccidendo Eddie Cameron.
Eddie è un venditore della Rocklight LTD, una ditta di apparecchiature elettriche di Glasgow, di cui ha falsificato le spese aziendali. La sua vita è ridotta ormai a brandelli: sua moglie lo detesta e il suo temperamento violento ha portato la sua amante sull’orlo di una crisi di nervi. Cosa potrebbe mai salvare un uomo dalla gabbia di un’esistenza preconfezionata?

“C’è un senso di crescita morale in A Gift from Nessus capace di elevarsi dall’ordinario… spaventosamente sincero e commovente.”
The Times

“Uno dei maggiori doni che McIlvanney ha ricevuto come scrittore è stato l’umanità infallibile che sa dare ai suoi personaggi, anche al più disperato.”
Irvine Welsh

 

 

 

 

 

 

 

 

John Wainwright

Stato di fermo

Il romanzo noir da cui sono stati tratti i film
‘Garde à vue’ e ‘Under Suspicion’

In una stazione di polizia dello Yorkshire, il detective Lyle torchia il mesto funzionario pubblico Barker. La posta in gioco è alta, vale la vita o la morte della prossima piccola vittima.
George Barker, dall’aspetto insignificante, è accusato di avere stuprato e ucciso tre bambine: riconducibile alla scena di tutti e tre gli omicidi, è fortemente indiziato per una serie di omissioni e buchi nelle sue deposizioni. L’obiettivo del detective Lyle è incastrarlo nella morsa di una prova definitiva, di un riscontro oggettivo, e per riuscirci deve approfittare del breve lasso di tempo consentitogli dallo ‘stato di fermo’ del sospettato.

 


 

 

 

 

Fulvio Capezzuoli

Nel nome della donna

La nascita dello scontro tra Islam e Cristianesimo
Il romanzo della prima donna medico della Storia
Un romanzo sul Medioevo per parlare della storia di oggi

Anno 1090 dell’era moderna. Terminato il periodo di praticantato Caterina riceve la proposta di insegnare alla Scuola Medica di Salerno, dalla quale il suo maestro Afflacius si è allontanato perché un tempo, prima della conversione, era musulmano. Sono gli anni in cui le guerre per la conquista del Santo Sepolcro interrompono la collaborazione tra culture diverse: da questo momento i musulmani diventano “gli infedeli” e tutto il lavoro che per secoli ha portato cristiani, musulmani, ebrei e laici a operare per la crescita della scienza medica, si interrompe...

 

 

 

 

 

 

Davide Corbetta

La mela marcia
Una storia di Tangentopoli

Il primo romanzo italiano su Tangentopoli
Il crollo della prima Repubblica


Primi anni ’90. Raul Gardini lotta per tenere in piedi Enimont, e l’Eni di Gabriele Cagliari vuole rinegoziare il prezzo del gas metano con l’Algeria, attraverso il mediatore libico Omar. È l’occasione che Antonio Moro aspettava per inserirsi nel ‘giro’: da contrabbandiere diventa postino, e consegna borse nere piene di banconote per conto di partiti e imprenditori che hanno la necessità di corrompere, e di essere corrotti, per condurre in porto un affare da 33 milioni di dollari.
Ma la corruzione non è solo economica e politica, è un cancro morale, etico, culturale, che invade anche lo spazio personale e familiare...

 

 

Honoré De Balzac

Un tenebroso affare

Un fatto misterioso, un’inchiesta-depistaggio, un processo spettacolare per una storia del 1804 che parla di oggi. Sullo sfondo: aristocratici, borghesi, popolani e, sopra tutti, la figura di Napoleone Bonaparte.
Come sempre Balzac, in un romanzo che è il primo Noir della storia della letteratura, stupisce per la sua modernità: intrighi, omicidi, insabbiamenti, giudici corrotti, superano il fatto storico per diventare un cliché del modo di operare tipico dell’Autorità di ogni tempo...

 

 

 

Massimo Battisaldo e Paolo Margini

Decennio rosso

Romanzo della realtà, Decennio rosso è il primo tentativo di mostrare i cosiddetti ‘anni di piombo’ ponendosi dal punto di vista di chi compì la scelta rivoluzionaria della lotta armata. E lo fa cercando di rispondere a quella domanda che la politica e la storia contemporanea tutt’oggi rifiutano di porsi: perché migliaia di giovani, negli anni Settanta, hanno contestato il potere costituito, i vecchi schemi sociali e le antiche gerarchie, fino al punto di mettere pesantemente in gioco la propria vita e imbracciare le armi? ...

 

 

 

Massimo Vaggi

Sarajevo novantadue
Un racconto dalla città assediata

Aprile 1992, città di Sarajevo. Milo ha sedici anni, va a scuola, gioca a pallone e fa la corte a Lana. Suo padre è giornalista, il suo allenatore Ibrahim sogna per lui, portiere dalle doti straordinarie, un futuro in una squadra importante; il suo professore Simo Zivanovic, storico appassionato, tra una lezione e l’altra scrive di Jovan il contadino, rapito nel 1531 dalle milizie di Alibeg per lavorare alla costruzione della moschea del Bey. Ma Sarajevo è città sull’orlo di un baratro, nonostante nessuno se ne renda conto. L’assedio inizia, e scardina da subito le regole di ogni spazio...

 

 

Elvia Grazi, Antonio Prade

Senza ragione

Nadia spedisce una lettera di addio alla cugina quindi rientra in casa e si toglie la vita. La vicenda sembra chiudersi qui, nel freddo dispaccio di polizia che bolla il caso come suicidio.
Norma Righi però non ci sta. Per lei Nadia era come una sorella e decide di rompere il silenzio. C’è qualcosa che non quadra in questa morte.
Tra dubbi e perplessità è Mauro Selce, avvocato, vedovo con una figlia adolescente e un dolore segreto a tenergli compagnia, ad assumere il caso, “una vera e propria rogna”...

 

Walter G. Pozzi

Altri destini
Una storia degli anni Settanta

La vicenda di un giornalista indipendente preso tra le maglie della repressione politica e giudiziaria, riemerge trent’anni dopo dalle indagini del figlio in cerca della verità e di una memoria di cui diventare partecipe. Sullo sfondo, gli anni Settanta culminati nel processo “7 aprile”...

 

 

Walter G. Pozzi

L'infedeltà

Marzio e Chiara, David e Norma. Elena, Oscar. Amore e fedeltà. Infedeltà e amore. La logorante incertezza di un rapporto che si vorrebbe invariato negli anni. Il desiderio di una storia che possa continuare a rinnovare le emozioni degli inizi, e la consapevolezza della sua impossibilità. Il cinismo di chi crede nella periodicità degli amori. Il romanticismo inutile di chi si ostina a tenere in vita una relazione che ha perduto da tempo la freschezza originaria...

 

 

Walter G. Pozzi

Il corpo e l'abbandono

Un giovane critico letterario viene svegliato di soprassalto da un sogno ricorrente da tempo. Apre gli occhi. Accanto a lui, il suo amante; un uomo ormai anziano, fatalmente baciato dalla fortuna e dalla notorietà. I due si guardano, a lungo, intensamente, e il giovane comprende che è giunto il momento di rivelargli il proprio angosciante segreto.
Inizia così uno dei romanzi italiani a detta della critica più ambigui di questi ultimi anni...

 

 

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