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William McIlvanney

Docherty

(Traduzione e postfazione di Carmine Mezzacappa)

 

Vincitore del Premio Whitbread per la Narrativa

in libreria
maggio 2015
Narrativa
430 pagg.
ISBN: 9788890926341

Fuori catalogo

 

 

 

L'Autore

 

 

Rassegna stampa

Radio 3 Rai
Wikiradio, William McIlvanney

25 novembre 2019

(ascolta)

Marco Freccero
Hai detto un romanzo scozzese?
8 febbraio 2017

(guarda su youtube)

Ippolita - Litweb
Ippolita Luzzo Docherty: leggere per capire
3 ottobre 2016

(leggi)

Convenzionali
Gabriele Ottaviani
Docherty
30 marzo 2016

(leggi)

Mangialibri

David Frati
Docherty
ottobre 2015

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Chi si rivede!

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Docherty – come una moderna Cassandra – racconta dei danni che subisce una società quando vede svanire i propri valori. I protagonisti del romanzo non possiedono nulla sul piano materiale ma si sentono ricchi sul piano umano perché il senso di appartenenza alla loro comunità li rende forti. Chi perde la propria dignità trova, grazie alla collettività, la forza di riconquistarla. Lo spirito di solidarietà che anima la comunità di minatori descritta da McIlvanney è lo stesso spirito di mutuo soccorso su cui si è fondata la nascita del sindacato in Gran Bretagna e sul quale si è consolidata l’etica della classe operaia britannica. Negli anni Ottanta, i governi di Margaret Thatcher hanno incrinato il valore della solidarietà sociale spingendo i lavoratori a curare solo i propri interessi individuali. È lo stesso dramma vissuto sessant’anni prima anche da Tam Docherty, che per tutta la vita ha creduto nei valori della sua comunità non solo per difendere il suo misero salario ma perché era l’unico modo per dimostrare ai padroni che i lavoratori non sono esseri umani inferiori da sfruttare impunemente.
(Estratto dalla postfazione di Carmine Mezzacappa)

“Uno spaccato di storia dell’umanità narrato con umorismo e un senso serrato della sua greve iniquità: l’uomo è minuto, ma la sua ombra si allunga nel riflesso del sole”
The Guardian

“William McIlvanney dà alla sua scrittura aspre qualità muscolari... le sue frasi risuonano martellanti come il piccone di un minatore”
The Times

“Un impegno serio, ragionato e dolorosamente empatico preso nei confronti di quelle persone le cui tracce sono riportate nei registri della storia attraverso la sola data di nascita e di morte”
Scotsman

“Intenso, arguto e meravigliosamente costruito”
Daily Telegraph

 

«È finito lui» esclamò Mick. «Ma non siamo finiti noi. Questo è solo l’inizio. La gente come nostro padre era il nostro Palazzo d’Inverno.»
«Che cosa significa?»
«Un giorno te lo dirò. Vedi, noi ci abbiamo provato in un modo. Ma non ha funzionato. Siamo arrivati e ci siamo messi in fila, con i berretti in mano. E tutto quello che abbiamo guadagnato è stato un berretto pieno di aria fritta. Cioè: stiamo in coda ad aspettare per centinaia di anni e quando finalmente arriviamo in cima, il negozio è chiuso. Che cosa fai, allora?»
Conn non rispose e continuò a fissarlo.
«Allora devi scassare la porta per entrare. Perché sai che lì dentro c’è da mangiare. Ma loro non te lo vogliono dare. Quello che stiamo facendo, oggi, è di aspettare fuori e intanto cerchiamo di prendere una decisione. Perché non è legale entrare in quel modo. E questo preoccupa la gente. Ma che cos’è legale? Legale è ciò di cui quelli si servono per conservare ciò che hanno. Dobbiamo fare irruzione. E dobbiamo colpire chiunque ci impedisce di vivere la nostra vita.»
Ciò che Mick aveva detto era troppo semplice. Quello che era stato un dialogo si era trasformato in una dichiarazione. Era come se Mick non fosse molto a conoscenza di ciò che era accaduto e si fosse perso gran parte di ciò che era importante – il rispetto del loro padre per le persone, indipendentemente da chi fossero, la pazienza e la tenacia della loro madre, il fatto che fossero riusciti a raggiungere quello stadio solo perché si erano vicendevolmente amati. L’unica voce rimasta che poteva sciogliere le gelide certezze di Mick e riportarle al livello di discussione era proprio quella di Conn. Ma non riusciva a darle forza.
«No» disse. «No, è troppo facile.» Esitò e aggiunse l’unica cosa che gli riuscì di pensare: «Quella è solo una mezza risposta. Lo sai che cosa penso, Mick? Penso che forse quello che è accaduto a te ha reso le cose più facili. Forse il dover vivere con un braccio solo rende la vita più facile.»
«Forse» disse Mick sorridendo. «Ma non è facile come il tenere il piede in due staffe. Come fai tu, Conn. In quel modo non hai mai il problema di fare delle scelte.»

 

L'Autore
William McIlvanney (Kilmarnock, 1936 - Glasgow, 2015) è uno dei maggiori narratori scozzesi contemporanei. È autore di raccolte di poesie, di saggi e articoli giornalistici e di diversi romanzi a sfondo sociale, con i quali lo scrittore si inserisce nella tradizione letteraria del Glasgow’s Novel.
Tra i suoi romanzi ricordiamo: Laidlaw e Le carte di Tony Veitch (premiati entrambi con il Crime Writers’ Silver Dagger Award), The Big Man, Feriti vaganti (Glasgow Herald People’s Prize e Bafta Award), La Fornace (Saltire Scottish Book Award).
Con Docherty, William McIlvanney ha vinto il prestigioso Whitbread Award for Fiction.

 

 

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