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E se la vicenda Asl fosse poco chiara?
E se le intercettazioni non contenessero prove di reato?
E se le consulenze medico-scientifiche della procura presentassero lacune?
E se la sentenza avesse dei limiti giuridici?
E se al Sistema una ‘clinica degli orrori’ facesse comodo?
E se il tribunale disponesse una perizia super partes?

Video inchiesta: una diversa verità sul ‘mostro’
della ‘clinica degli orrori’

(from Lara Peviani on Vimeo)

 

in libreria
febbraio 2012
Libri inchiesta
186 pagg.
ISBN: 9788890496257

Giovanna Baer, Giovanna Cracco

E se il mostro fosse innocente?
Controinchiesta sul processo a Brega Massone
e sulla clinica Santa Rita

Una diversa verità sul ‘mostro’ della ‘clinica degli orrori’
basata su una controlettura delle carte giudiziarie

 

Il 22 giugno 2013 la Cassazione ha confermato la sentenza di condanna, anche sul caso DP. Ma le motivazioni riportano in modo errato e parziale la consulenza super partes (leggi qui).

16,00 euro
ACQUISTA LIBRO
(al prezzo scontato di 14,00 euro)

 

Gli Autori

Introduzione

Sommario

 

Rassegna stampa

Tempi
Emanuele Boffi
L'orrore che non c'era
13 luglio 2017

(leggi)

Tempi
Francesco Amicone
Il tragico caso Brega Massone e le perizie 'terze' non ammesse

16 aprile 2014

(leggi)

Telelombardia
Giovanna Cracco ospite alla trasmissione Buongiorno Lombardia
di Giorgia Colombo e Stefano Golfari
4 maggio 2012

TelePavia
Giovanna Cracco ospite alla trasmissione
Linea Continua Extra
di Claudio Micalizio
11 aprile 2012

La Provincia Pavese
Stefania Prato
«Medici, una categoria sotto attacco» Il presidente dell'Ordine Belloni durante la presentazione del libro su Brega Massone: «Sopraffatti da esposti e denunce»
7 marzo 2012

(leggi)

La Provincia Pavese
Maria Fiore
I dubbi e l'altra verità sul chirurgo Brega Massone
4 marzo 2012

(leggi)

Il Giorno
Manuela Marziani
Libro in difesa di Brega Massone appoggiato dall'Ordine dei Medici
4 marzo 2012

(leggi)

Panorama
Maurizio Tortorella
Tutti i dubbi sul processo 'Santa Rita', la clinica degli orrori
14 febbraio 2012

(
leggi)

 

 

 

 

 

 

 

Nel giugno 2008 scoppia il caso giudiziario della clinica Santa Rita e del dottor Pier Paolo Brega Massone, e lo scandalo mediatico della clinica degli orrori e del mostro: il primario di chirurgia toracica è accusato di avere inutilmente operato una novantina di pazienti per ricavarne un profitto personale. Nell’ottobre 2010 la sentenza di primo grado lo ritiene colpevole di falso, truffa e lesioni dolose aggravate. Tutti d’accordo, quindi, dalla magistratura ai media alla società civile.
Tuttavia un’attenta lettura delle carte del processo solleva molti interrogativi. Le consulenze mediche dell’accusa presentano lacune e scelte metodologiche dubbie, eppure sono quelle della difesa a essere ritenute “inattendibili”; lo scontro in aula è stato aspro, supportato da valutazioni scientifiche diametralmente opposte, ma il tribunale non ha disposto una perizia super partes; lontane dal fornire prove di reato, le intercettazioni telefoniche sono servite a tracciare una disamina psicologica negativa dell’imputato, con evidenti forzature interpretative. In aggiunta, la vicenda che ha dato avvio alle indagini giudiziarie – una relazione prodotta dalla Asl città di Milano – si rivela fortemente contraddittoria e inspiegabile nei suoi successivi sviluppi.
Basterebbe questo a far nascere un ragionevole dubbio, ma le carte contengono molto altro. L’unica certezza è la condanna del mostro a 15 anni e 6 mesi.

 

22 giugno 2017, la Cassazione annulla l'ergastolo per il chirurgo Brega Massone escludendo il dolo e la volontarietà per i quattro casi di omicidio; il processo torna in Corte d'Assise d'Appello.

Leggi qui

 

Radio radicale, ascolta l'intervista a Giovanna Cracco di Paolo Martini
12 aprile 2012

 

 

L'intervento di Marco Cappato Palazzo Sormani, Sala del Grechetto - Milano, 26 marzo 2012
Hanno partecipato le Autrici, Giovanna Baer e Giovanna Cracco, Marco Cappato, Consigliere comunale a Milano e Presidente del Gruppo Radicale - Federalista europeo e l'avvocato Vinicio Nardo, Unione Camere Penali Italiane. Puoi vedere gli altri interventi sul sito di radio radicale clicca qui

 

Gli Autori
Giovanna Baer è nata a Varese nel 1967 ed è laureata in economia e commercio presso l'Università Bocconi di Milano. Collabora con la rivista Paginauno dal 2007 e firma articoli e inchieste a tema politico, economico e sociale.

Giovanna Cracco è nata a Modena nel 1969. Scrive e insegna giornalismo d’inchiesta, legato in particolare a tematiche di mafia, economia e politica. È cofondatrice e direttore editoriale della rivista di analisi politica, sociale e culturale Paginauno. Ha pubblicato, in collaborazione con altri autori, la collettanea Sorci verdi. Storie di ordinario leghismo (Edizioni Alegre, 2011).

 

Introduzione
Il giurato n. 8
Le vicende della clinica Santa Rita di Milano e del chirurgo toracico Pier Paolo Brega Massone, esplose nel giugno 2008, hanno fatto scandalo. I media vi hanno puntato i riflettori e, come raramente accade nei grandi fatti di cronaca giudiziaria, l’opinione pubblica non si è divisa: a fila serrate, si è subito schierata per la colpevolezza del medico. Una posizione che nel tempo non è mai mutata, e quando è giunta la sentenza di condanna di primo grado – 15 anni e 6 mesi a carico del dottor Brega per truffa, falso e lesioni dolose aggravate in 84 casi clinici – la percezione diffusa è stata che la magistratura avesse fatto Giustizia.
Ci siamo avvicinate alle migliaia di pagine che compongono la documentazione del processo al chirurgo non avendo idea di che cosa vi avremmo trovato, ma con la medesima vaga sensazione che pervadeva il giurato n. 8 nel celebre film La parola ai giurati di Sidney Lumet. «Ne so quanto voi,» afferma il personaggio interpretato da Henry Fonda, «dalle testimonianze il ragazzo appare colpevole e forse lo è. Sono stato in aula ad ascoltare mentre si costruiva l’accusa, tutti sembravano così sicuri che ho cominciato ad avere una strana impressione di questo processo; mi è sembrato tutto troppo sicuro.»
La pellicola è nota, si è conquistata più di una nomination all’Oscar, l’Orso d’Oro al festival di Berlino, diversi remake e alcuni adattamenti teatrali. Una giuria popolare, composta da dodici uomini, è chiamata a giudicare un caso di parricidio. Il dibattimento si è appena concluso e i giurati vengono chiusi all’interno di una stanza del tribunale, dalla quale dovranno uscire con una sentenza unanime. Alla prima votazione, svolta dopo appena pochi minuti di camera di consiglio, undici di loro votano per la colpevolezza dell’imputato e uno solo, il giurato n. 8, esprime un giudizio di non colpevolezza. Le reazioni sono scomposte: «Ce n’è sempre uno!» esclama il giurato n. 10.
Il caso, in effetti, si presenta apparentemente privo di dubbi. Diverse testimonianze inchiodano il ragazzo, che ha un alibi un po’ traballante e un possibile movente; non sembra davvero che il giurato n. 8 possa appellarsi a qualcosa di concreto per sostenere la non colpevolezza. Eppure, analisi dopo analisi, ragionamento dopo ragionamento, approfondimento dopo approfondimento, riesce a smontare tutte quelle prove che apparivano solidi monoliti, e uno a uno porta gli altri giurati a cambiare idea. Il giudizio finale, unanime, sarà di non colpevolezza.
È il dubbio, il perno della logica schiacciante del giurato n. 8. Il dubbio, che si traduce in senso critico e onestà intellettuale, è la sola arma con la quale egli va a indagare ogni singola prova e testimonianza portate in aula.
Così noi. Più ci addentravamo nella lettura dei documenti del processo a Brega Massone – le consulenze medico-scientifiche dell’accusa e della difesa, le intercettazioni telefoniche, le deposizioni in aula, le numerose carte depositate agli atti – più il dubbio sulla colpevolezza del chirurgo cresceva. Lo studio dei documenti evidenziava forzature teorematiche, omissioni, scelte metodologiche dubbie, superficialità difficilmente comprensibili; l’approfondimento della vicenda che ha dato avvio alle indagini giudiziarie – una relazione prodotta dalla Asl città di Milano – si rivelava fortemente contraddittoria e inspiegabile nei suoi successivi sviluppi; le ricerche nel campo medico trovavano una solida e riconosciuta letteratura scientifica a riscontro delle decisioni terapeutiche operate dal dottor Brega; l’analisi integrale delle telefonate intercettate, ritenute dalla procura di rilevanza probatoria, non scopriva alcuna prova di reato.
«È vostro dovere cercare di separare i fatti dalla fantasia; se esisterà nelle vostre menti un solo dubbio circa la colpevolezza dell’accusato, allora voi dovrete emettere un verdetto di innocenza; se però tale ragionevole dubbio non sussiste, allora voi dovrete in coscienza dichiarare che l’accusato è colpevole.» Con queste parole il giudice di Sidney Lumet congeda la giuria, invitandola a chiudersi in consiglio per emettere la sentenza.
Noi non siamo i giurati nella vicenda del chirurgo Brega Massone. Il processo di primo grado si è già celebrato, e i legittimi giudici hanno giudicato in scienza e coscienza. Altri magistrati giudicheranno nel processo di appello. Tuttavia, terminata la lettura delle carte, ci siamo identificate ancora di più con il giurato n. 8; anche se lo scenario non è l’aula di un tribunale, bensì le gradinate dell’opinione pubblica.
Siamo consapevoli di essere uno contro undici. Un’informazione fortemente appiattita sulla tesi della procura fin dai giorni dell’arresto ha creato nel sentimento comune la granitica convinzione della colpevolezza del dottor Brega. Tuttavia, abbiamo dalla nostra un importante punto di forza: questo libro-inchiesta è basato sull’analisi di documenti pubblici, che chiunque può leggere e verificare. Non ci sono gole profonde, fonti riservate – e non confrontabili – che con rivelazioni sensazionali ci abbiano permesso di sapere cose fino a oggi nascoste. Tutto è lì, negli atti del processo. Così come tutto era davanti agli occhi dei dodici giurati del film di Lumet. Ma solo uno tra loro ha voluto prendersi il tempo per ragionare.
«Voglio solo discuterne» afferma il giurato n. 8. «Vedendo che per undici era colpevole, ho creduto che non fosse facile mandare a morte un ragazzo senza discuterne prima un po’. Non voglio fare cambiare idea, ma si tratta di una vita umana, non si può decidere in cinque minuti. Prendiamoci un’ora, la partita non comincia prima delle otto.»
Questo è quello che vuole fare questo libro: discuterne e fare riflettere.
E può essere che a fine lettura, la realtà si avvicini al film. A quel momento in cui, dopo aver smontato una a una le prove dell’accusa e dopo una votazione che ha visto nove giurati pronunciarsi per la non colpevolezza e solo tre per la condanna, la situazione appare, per la prima volta, rovesciata: «C’è in noi un ragionevole dubbio» dice il giurato n. 8, «e ciò è di importanza capitale nel nostro sistema: nessuna giuria può condannare un uomo se non è più che certa. E noi nove, non comprendiamo come voi tre possiate essere ancora così sicuri.»

 

Sommario

INTRODUZIONE
Il giurato n. 8

GLI AVVENIMENTI IN BREVE

PIER PAOLO BREGA MASSONE

COME TUTTO È INIZIATO: LA ASL E LA TBC
La commissione Asl
Gli sviluppi della commissione Asl
Paradossi e incongruenze
Gli aspetti medico-scientifici
La TBC
Il giudizio della commissione Asl
Le relazioni di Mezzetti e Pozzi
Il caso C.L.

L’ACCUSA DI IMMORALITÀ:
LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE

Le parole di Arabella Galasso
Le parole dei colleghi e del notaio Pipitone
Le parole di Pier Paolo Brega Massone

L’ACCUSA DI LESIONI DOLOSE
La consulenza Squicciarini
Le consulenze specialistiche
I limiti delle consulenze dell’accusa
Le consulenze della difesa: Mezzetti e la VATS
Le consulenze di Giampaglia e Lampl
I limiti della sentenza
Indicazione chirurgica vs. finalità terapeutica
Lesioni senza malattia
La mancanza di una perizia super partes: lo strano caso della signora D.P.

L’ACCUSA DI TRUFFA
Il sistema dei Drg
Gli interventi al torace
Gli interventi di senologia
I ricoveri in riabilitazione
La valorizzazione della truffa

IL SISTEMA
Il Sistema lombardo
Il Sistema Santa Rita

IL GIORNALISMO DEGLI ORRORI
Prima del processo
Durante il processo
Dopo il processo

 

 

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